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Aperturedestra

Perinetti su Conte: «Non si affeziona ai moduli, resta fedele solo alle sue idee»

L’ex dirigente Giorgio Perinetti ricorda i primi passi di Antonio Conte e analizza l’attuale Napoli in un’intervista rilasciata a Fabio Tarantino per il Corriere dello Sport

«Se giochi una partita preparata da Conte, sembra di averla già giocata». Giorgio Perinetti prende in prestito la celebre frase di Bonucci per descrivere l’essenza di Antonio Conte. Un concetto, spiegato al Corriere dello Sport, che rivela il segreto di un allenatore capace di plasmare le proprie squadre senza innamorarsi dei moduli, restando fedele soltanto alle sue idee. «Già alla Juventus era un predestinato. Lo vedevo giocare ed era già un allenatore in campo. Il tempo gli ha dato ragione».

I ricordi degli inizi

Le prime esperienze condivise restano indelebili. «A Bari gli diedi subito fiducia – racconta Perinetti a Fabio Tarantino sul Corriere dello Sport – e mi ripagò vincendo il campionato di Serie B. Poi abbiamo ripreso il discorso a Siena». In quegli anni, Conte partiva dal 4-2-4, modulo adottato anche all’inizio della sua esperienza alla Juventus prima del passaggio al celebre 3-5-2 con Barzagli, Bonucci e Chiellini. «Ma non fissiamoci sui numeri. Conte ha sempre saputo vestire le sue squadre con l’abito più adatto. Lo ha fatto anche al Napoli. È molto duttile e riesce sempre a esaltare il gruppo».

L’inserimento di De Bruyne

Un esempio è l’attuale 4-1-4-1. «Permette di salvaguardare i tre centrocampisti dello scudetto, a cui ora si è aggiunto De Bruyne. Ero curioso di vedere come lo avrebbe inserito», spiega Perinetti. Ma il belga è davvero un giocatore “contiano”? «De Bruyne è un monumento del calcio, come Modric. Esperienza e spessore unici in Serie A. Però nessun singolo può condizionare l’idea di collettivo di Conte».

L’attacco senza Lukaku

Un altro tema è stato il dopo-Lukaku. «Romelu era il play dell’attacco e per Conte un uomo chiave con il suo gioco spalle alla porta. Hojlund è bravissimo, ma con caratteristiche diverse: attacca la profondità, è rapido. Conte ha dovuto studiare nuove soluzioni, e nessuno è maniacale come lui nella preparazione delle partite».

L’esperienza inglese e la comunicazione

Secondo Perinetti, l’avventura in Premier ha ulteriormente arricchito il tecnico: «Allenare in uno dei campionati più competitivi del mondo lo ha aiutato, e oggi ne beneficia anche il Napoli». Quanto alla comunicazione, «Conte è sempre lo stesso: diretto, senza filtri. Forse adesso conta fino a cinque prima di parlare, ma resta uno che dice sempre ciò che pensa».

Scudetto e Champions

Sul presente, Perinetti non ha dubbi: «Il Napoli è favorito perché a maggio ha vinto lo scudetto non partendo da favorito. Quest’anno cito anche l’Inter, che per me ha la rosa più forte, e il Milan che può diventarlo. Roma e Juve, invece, restano un passettino indietro».

Infine, lo sguardo all’Europa: «La Champions è una sfida intrigante per Conte e per la Serie A. Negli ultimi anni solo l’Inter ha fatto strada con due finali, e non a caso ha la rosa più ricca e completa».

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redazione