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Serie A

Pagannini: «Napoli, Supercoppa segnale forte. A gennaio rinforzi mirati»

La vittoria del Napoli in Supercoppa contro il Bologna rappresenta molto più di un semplice trofeo. È un segnale forte, interno ed esterno, come sottolineato da Paolo Paganini, ospite di Maracanà su TMW Radio, nel commentare il momento della squadra di Antonio Conte.

«Conte aveva il dente avvelenato – ha spiegato Paganini a TMW Radio – il ko di Bologna aveva generato polemiche nello spogliatoio e nell’ambiente, e questo ha dato una motivazione in più». Secondo il giornalista, la risposta del gruppo è arrivata soprattutto da quei calciatori finiti “sul banco degli imputati”: «Penso a Neres, che dopo quella partita è stato determinante. Sono segnali importanti e credo che l’adattamento dei nuovi stia andando nella direzione giusta», ha ribadito Paolo Paganini ai microfoni di TMW Radio.

Lo sguardo si sposta inevitabilmente sul mercato di gennaio. «Il Napoli si muoverà sicuramente, soprattutto a centrocampo – ha chiarito Paganini durante Maracanà su TMW Radio –. Conte vuole rinforzare il reparto. L’idea sarebbe Mainoo, ma non si vuole ripetere una telenovela come Garnacho». L’orientamento del club, secondo l’analisi di Paolo Paganini, sarebbe quello di puntare su profili già rodati nel campionato italiano: «Attenzione a Frattesi e a Pellegrini».

Alla base della continuità del Napoli degli ultimi anni, Paganini individua una gestione societaria precisa. «In un calcio dominato da multinazionali e fondi, De Laurentiis riesce a tenere il Napoli con un bilancio attivo: questa è la prova della sua lungimiranza», ha spiegato il giornalista a TMW Radio. Le grandi cessioni, per Paganini, sono state operazioni virtuose: «Vendere Kvaratskhelia e Osimhen per circa 150 milioni, con una clausola ben strutturata, significa fare mercato di alto livello. E con quei soldi sono arrivati giocatori che ti permettono di tornare a lottare per lo scudetto».

Nel corso dell’intervento a Maracanà, Paolo Paganini su TMW Radio ha commentato anche il nuovo assetto dirigenziale della Juventus, soffermandosi sull’arrivo di Ottolini come direttore sportivo. «C’è Comolli, poi Modesto, Chiellini e ora Ottolini: sono in quattro. Ma il punto centrale resta Spalletti». Secondo Paganini, l’ex tecnico del Napoli rappresenta il vero equilibrio del sistema bianconero: «Con Tudor prima c’era troppa invasione di campo da parte dei dirigenti. Spalletti sta valorizzando un mercato che non era all’altezza del nome Juve, facendo crescere giocatori come Zhegrova, Openda e altri».

La chiave, conclude Paolo Paganini ai microfoni di TMW Radio, è proprio questa: «La figura centrale è Spalletti, ed è lui oggi il punto di equilibrio». Un concetto che lega Napoli e Juventus, tra campo, mercato e visione manageriale.

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redazione