Osimhen vittima di un ricatto: “Mando soldi regolarmente” | Ha denunciato tutto

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Juventus pronta a fare follie per lui, ma il vero peso di Osimhen va oltre il campo.
La Juventus vuole Victor Osimhen. Il bomber del Napoli è in cima alla lista di Cristiano Giuntoli per costruire l’attacco della prossima stagione, con il chiaro obiettivo di riportare a Torino lo Scudetto. Una missione tutt’altro che semplice, perché il costo del cartellino e dell’ingaggio non è affatto trascurabile: 75 milioni di euro da versare al Napoli e circa 10 milioni netti all’anno per il giocatore.
Eppure Osimhen è considerato il profilo ideale: già pronto, abituato al nostro campionato, devastante fisicamente e con quella fame da centravanti vero che Giuntoli conosce bene dai tempi in cui lo portò proprio a Napoli.
La Juventus sta valutando ogni mossa, anche alla luce del fatto che un eventuale addio di Vlahovic libererebbe risorse preziose per chiudere il colpo.
La concorrenza però non manca. Dall’Inghilterra sono pronti ad affondare il colpo sia l’Arsenal che il Chelsea, club che possono contare su ben altra forza economica e che sarebbero disposti a pagare la clausola da 120 milioni valida per l’estero. Dunque la vera sfida è tutta italiana: convincere il Napoli a cedere Osimhen a una rivale storica per una cifra inferiore. Al momento, più un sogno che una trattativa reale.
Le alternative non convincono
Nella short list della Juventus figurano anche nomi come Mateo Retegui, autore di una buona stagione con il Genoa, e Rasmus Højlund del Manchester United. Entrambi interessanti, entrambi potenzialmente futuribili. Ma per una Juve che vuole vincere subito, serve un attaccante già pronto, un top player vero. E nessuno, al momento, appare più affidabile di Osimhen per quel ruolo.
Ma Osimhen non è solo gol, strappi e accelerazioni. C’è un lato profondo e spesso nascosto nella vita del nigeriano. In una recente intervista, ha raccontato un episodio che lo ha segnato nel profondo. Dopo aver inviato 5.000 euro a un amico d’infanzia in Nigeria per aiutarlo ad aprire un’attività, si è sentito accusato: “Hai dato troppo poco”.
La denuncia di Osimhen
“Aiutare non è un obbligo, è una scelta. Ma non tutti lo capiscono”, ha detto l’attaccante. Un concetto semplice ma potente, che racchiude le difficoltà di chi, come lui, ha conosciuto la fame e la strada prima di arrivare all’élite del calcio mondiale. “Io vendevo acqua in strada e nessuno mi ha mai dato nulla”, ha aggiunto. In Europa, 5.000 euro sono forse il prezzo di un paio di scarpe. In Nigeria, rappresentano una fortuna.
Eppure, anche quella generosità è stata accolta con critiche. Una realtà dura che racconta quanto possa essere difficile, per chi ce l’ha fatta, gestire le aspettative di chi è rimasto indietro. Osimhen lo sa bene. Ed è per questo che, ovunque vada nella prossima stagione, il suo peso nello spogliatoio non sarà solo tecnico. Ma anche umano.