UN’OPERAZIONE DIFFICILE: NZERTÁ A MILOSCIUOCCOLO.
Di Gabriella Cundari
‘O milösciuóccölö, in botanica melofioccolo, era un albero dalla vasta chioma, probabilmente un olmo, o un meli selvatico, un tempo molto diffuso a Napoli.
Nzertà a milosciuoccolo
Ne ritroviamo menzione ne Lo cunto de li cunti del Basile: “…fare sto matremmonio faceva lo buono juorno, la ‘nzertava a milosciuoccolo, le veneva colata e le resceva a pilo, nce dava a lo pizzo e la ‘nnevenava”, vale a dire che combinare quel matrimonio era difficile come fare un inserto in un melofioccolo, operazione complicata che poteva riuscire solo andando a tentativi, indovinando.
A Napoli esiste ancora un vico Melofioccolo, dove si erge il Palazzo Amendola o Melofioccolo, molto probabilmente edificato su progetto di Ferdinando Sanfelice. Il palazzo, posto sul lato sinistro di via Sedile di Porto, non fu toccato dai progetti del Risanamento di Napoli che invece modificarono radicalmente il lato destro della strada. Il mancato abbattimento del lato sinistro (che ricavette solo un rifacimento delle facciate) fece sì che l’accesso al palazzo rimanesse strettissimo e insalubre. Ancora oggi ci si può accedere addentrandosi nel vicolo, a tutti gli effetti uno stretto e lungo cortile.
Su di esso si aprono due portali e, tra di loro, sono visibili le rovine di un’antica fontana in piperno coeva al palazzo e una tipica scala aperta sanfeliciana. Ma oggi il vicolo, più che per la bellezza decadente e in buona parte perduta del palazzo, si connota come uno dei tanti vicoli protagonisti di faid della camorra, come attestano le foto di Sergio Siano. Purtroppo anche questa è una delle tante facce di Napoli.
Fonte: Torre Omnia; D. Mazzoleni e U. Carughi, Palazzi di Napoli; il Mattino
Foto di copertina Nicola Monti, Napoli retrò.