Montervino critica il Napoli: “Prestazione da pensionati nell’1-1 di ieri”

Il ds del Casarano, Francesco Montervino, si è soffermato sulla sfida di ieri sera tra Napoli e Union Berlino, terminata in pareggio.

Nell’intervista rilasciata a Radio Goal su Kiss Kiss Napoli, il direttore sportivo del Casarano, Francesco Montervino, ha espresso il suo amaro disappunto per la prestazione del Napoli nella partita di ieri con l’Union Berlino che si è conclusa sull’1-1.

Montervino ha sottolineato l’importanza di una buona performance, specialmente contro avversari di alto livello come quello affrontato dal Napoli. Ha criticato gli atteggiamenti tattici e tecnici della squadra, evidenziando un difetto nella marcatura preventiva che ha portato al gol subito.

“Sono amareggiato per la prestazione del Napoli di ieri. E’ doveroso fare una buona partita con la qualità che hai, soprattutto con quell’avversario. Poi in alcuni atteggiamenti tattici e tecnici, o come nel goal preso, sono rimasto veramente colpito in senso negativo. La squadra m’è sembrata un po’ vuota, senza personalità. Non è un bel segnale perché l’interruttore mentale non s’accende. E’ vero che forse la squadra è spenta a prescindere, ma un eventuale cambio di allenatore potrebbe portare ad un qualcosa di diverso. Forse non c’è sinergia tra la squadra e l’allenatore e per vincere non serve solo fare il massimo, ma bisogna andare oltre”.

Montervino ha poi aggiunto: “La marcatura preventiva si prepara. La sensazione che ho avuto è che la marcatura preventiva è stata sbagliata, non si può prendere un contropiede così. Non deve esistere al mondo. La volontà della squadra di attaccare sempre c’è perché c’è l’ha nel dna. Io ora avverto, attorno al Napoli, solo pessimismo. Il calciatore sa che per portare quel pessimismo all’ottimismo deve faticare il triplo e non so se questa forza mentale ce l’abbiano. Ieri, sull’1 a 1, c’è stata una palla messa al limite dell’area del Napoli, un difensore ha respinto e la salita della difesa sembrava una roba fatta da pensionati, sembravano esausti, come se non ne avessero più mentalmente“.

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