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È sindaco dal 18 ottobre 2021 e in quasi quattro anni ha segnato una svolta per Napoli. Ha riportato in città l’America’s Cup, una delle cinque manifestazioni sportive più importanti al mondo, un traguardo mancato nel 2003 quando Valencia ebbe la meglio. Gaetano Manfredi, sindaco e presidente dell’Anci, è oggi considerato da molti non solo un amministratore instancabile, ma anche un potenziale candidato del centrosinistra a Palazzo Chigi.
In una lunga intervista concessa a Massimiliano Gallo per il Corriere dello Sport, il primo cittadino ha parlato del suo rapporto con lo sport, della rinascita urbanistica e del ruolo decisivo del Calcio Napoli nell’immagine internazionale della città.
Lo sport come identità
«Quando ero più giovane praticavo basket e calcio, anche se non a livello agonistico» racconta Manfredi. «Ero centrocampista, diciamo un Tardelli». Il sindaco sottolinea come lo sport sia parte integrante della sua vita e oggi della sua visione amministrativa.
Portare a Napoli l’America’s Cup rappresenta, spiega a Massimiliano Gallo del Corriere dello Sport, «un riconoscimento globale. Significa che la città è diventata affidabile. Consegnare un evento del genere vuol dire fidarsi della nostra capacità di accoglienza e organizzazione. È il coronamento di anni di lavoro».
Bagnoli e la sfida urbanistica
Sulla questione della colmata a mare, che aveva fatto cadere tutti i suoi predecessori, Manfredi ribadisce: «Mantenere la colmata è stata la scelta più logica, altrimenti il risanamento di Bagnoli non sarebbe stato possibile. L’obiettivo è restituire il mare alla città, renderlo balneabile non solo a Bagnoli ma anche a Napoli Est. Guardiamo a Barcellona: trent’anni fa la Barceloneta non era quella di oggi».
A Corriere dello Sport, il sindaco chiarisce anche il rischio di una città soffocata dal turismo: «A Napoli è più difficile. Qui l’identità popolare è fortissima, il centro storico è abitato dal popolo e non dalle élite. Ma dobbiamo governare i flussi turistici, spalmando l’accoglienza sull’intera area metropolitana».
Il Napoli e l’autostima della città
Nell’intervista firmata da Massimiliano Gallo sul Corriere dello Sport, Manfredi riconosce il valore sociale e culturale del club azzurro: «Il Calcio Napoli ha avuto un’importanza straordinaria. Per troppo tempo ci siamo considerati sfigati. La squadra ha dimostrato che si può vincere. Questo aiuta l’autostima e offre al mondo l’immagine di una città vincente».
E su Aurelio De Laurentiis: «Il Comune conferirà la cittadinanza onoraria. Ha dato tantissimo alla città».
Il futuro del Maradona
Sul tema stadi, Manfredi conferma il dialogo continuo con Uefa e Calcio Napoli: «Stiamo lavorando a un progetto per ospitare gli Europei 2032. Servono risorse enormi, ma siamo aperti a qualsiasi soluzione, anche alla cessione dell’impianto in cambio di un investimento importante. Ovviamente rispettando le procedure amministrative».
Alla domanda se prenderebbe in considerazione persino la demolizione, risponde a Massimiliano Gallo per il Corriere dello Sport: «Non si può demolire interamente il Maradona, così come non si può demolire interamente San Siro. Ma una demolizione parziale consentirebbe un miglioramento».
Sul progetto di uno stadio a Poggioreale presentato dal club: «Non ci opporremo, ma bisogna guardare con pragmatismo ai vincoli esistenti. L’obiettivo è fare le cose realmente».
La passione sportiva e i ricordi
Tra i ricordi personali, il sindaco cita Italia-Germania 4-3 del Mondiale 1970: «Avevo sei anni, fu la prima volta che i miei genitori mi permisero di restare sveglio. È stato come diventare grande».
Segue il ciclismo, eredità del nonno appassionato di Felice Gimondi: «Tra Moser e Saronni, preferivo Saronni, più estroso».
Sui divieti di trasferta che colpiscono spesso i tifosi del Napoli, Manfredi si dice «molto contrario». E aggiunge: «Il calcio non può essere solo televisivo, le trasferte sono parte integrante del fascino del gioco».
Il legame con il Corriere dello Sport
Infine, alla vigilia della chiusura del centenario del quotidiano con una serata al San Carlo, Manfredi ricorda: «Il mio legame con il Corriere dello Sport risale a quando lo compravo per leggere le classifiche delle serie minori. Non c’erano internet né tv che parlassero di quelle categorie. Il giornale era lo sport. Anche oggi, con tante fonti d’informazione, il Corriere resta un simbolo da tutelare».
E sulla sua juventinità “mitigata”: «Io sono soprattutto tifoso del Nola, squadra bianconera che ho seguito in ogni campo. Ma l’esperienza da sindaco mi ha avvicinato al Napoli. Dopo i due scudetti, le emozioni che sto vivendo con i tifosi sono indimenticabili».