Napoli senza parole: arriva la condanna definitiva | Deve andare in galera

Napoli - napolipiu.com
Una vicenda che per diverso tempo ha tenuto banco e che ora è deflagrata. Bisognerà capire diversi punti, ma un primo passo è stato fatto.
La notizia ha fatto rapidamente il giro della città, lasciando tifosi e cittadini increduli. Una figura storica, molto nota anche per il suo attaccamento ai colori azzurri, è stata raggiunta da una condanna pesante, sebbene con pena sospesa. Per Napoli, è un colpo al cuore vedere uno dei suoi volti pubblici più rappresentativi finire sotto i riflettori non per meriti sportivi o giornalistici, ma per una vicenda giudiziaria tanto delicata quanto dolorosa.
La sentenza è stata pronunciata dal tribunale di Roma e riguarda fatti gravi: stalking e lesioni. Chi conosce il personaggio ne ricorda i toni accesi in tv, le opinioni forti, la passione per il calcio. Ma stavolta il contesto è diverso, e la giustizia ha parlato chiaro: non si tratta di esagerazioni verbali o scontri sportivi, ma di episodi di violenza psicologica e fisica nei confronti di una donna.
La vittima ha raccontato episodi precisi e inquietanti: uno schiaffo che l’ha fatta cadere, la sensazione costante di paura, le minacce telefoniche, persino la reclusione forzata. Un’escalation che ha portato a disturbi ansiosi, attacchi di panico e un trauma ancora vivo. La giustizia ha ritenuto fondate queste dichiarazioni, pur fermandosi a una pena di 10 mesi, inferiore rispetto ai due anni richiesti dall’accusa.
Nonostante la pena sospesa, il giudice ha disposto che l’uomo, una volta resa definitiva la sentenza, partecipi obbligatoriamente a un percorso per “uomini maltrattanti”. Si tratta di un segnale importante: la responsabilità non può essere annullata o minimizzata con un semplice commento televisivo o con la notorietà pubblica.
Una vicenda che non può passare in silenzio
«Mi ha fatto male, anche solo con la forza delle sue parole», ha detto la vittima, che ha dovuto affrontare non solo l’aggressione in sé, ma anche la difficoltà di essere creduta. L’avvocata Teresa Manente, da anni in prima linea contro la violenza sulle donne, ha evidenziato come spesso il racconto femminile venga messo in discussione, soprattutto quando coinvolge figure note.
La condanna, dunque, non è solo una questione giudiziaria, ma un messaggio culturale. Non importa il ruolo pubblico ricoperto o la fama accumulata negli anni: davanti alla legge, i comportamenti violenti devono trovare una risposta netta. Anche Napoli, che con questo personaggio aveva condiviso passione e orgoglio calcistico, ora deve fare i conti con una realtà diversa.
Un nome che pesa
Solo negli ultimi passaggi del processo, e nelle ore successive alla sentenza, si è potuto fare il nome: Enrico Varriale. Storico giornalista sportivo, grande tifoso del Napoli, ex vice-direttore di RaiSport, oggi è un uomo condannato per stalking e lesioni nei confronti della sua ex compagna. La pena non lo porterà fisicamente in carcere, ma resta l’obbligo di partecipare a un percorso rieducativo.
Lui stesso, tramite il proprio avvocato, ha annunciato l’intenzione di leggere le motivazioni della sentenza e di proporre appello. Ma intanto, il verdetto è arrivato. Napoli, attonita, prende atto. Anche i volti noti, quelli che sembrano invincibili quando parlano da uno studio televisivo, possono crollare. E devono assumersi le loro responsabilità.