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C’è un’intera piazza che attende lo scudetto come simbolo di riscatto. Piazza Mercato, una delle più grandi di Napoli, resta uno dei luoghi più emblematici e contraddittori della città: segnata dalla storia, spesso dimenticata, oggi cerca una nuova luce grazie all’installazione del maxischermo per Napoli-Cagliari. Come racconta Gennaro Di Biase su Il Mattino, è proprio da qui che partì la rivoluzione di Masaniello, ed è da qui che oggi molti sperano possa ripartire una rivoluzione urbana e sociale.
Tra storia e abbandono
Il quartiere vive sospeso tra la bellezza della sua architettura storica e la difficoltà quotidiana: palazzi sfiorati dal degrado, parcheggiatori abusivi, saracinesche chiuse e una desolazione che si combatte con il folklore e la passione. «Ogni cosa si tiene in pancia il suo contrario», scrive Di Biase, e Piazza Mercato non fa eccezione: è una sfinge colorata ma imbrattata, è luogo di memoria ma anche di speranza.
Il maxischermo come simbolo
L’installazione del maxischermo per il match scudetto non è solo un evento sportivo. È la miccia che, anche se per un solo giorno, può ridare voce e attenzione a un luogo che meriterebbe molto di più. «Il maxischermo ci darà ossigeno per la rinascita della piazza», spiega Tonia Esposito, commerciante della zona. E come sempre a Napoli, la speranza è una forma di resistenza.
Il cuore azzurro del quartiere
Tra bandiere di McFratm, corni portafortuna e tifosi rientrati da Londra, la passione per il Napoli attraversa le crepe dell’asfalto e i vicoli del Borgo Loreto. «Tifo Napoli, e venerdì dobbiamo crederci», dice Gennaro Guida sventolando un simbolo sacro-laico della tifoseria. «Se vinciamo, prepareremo altri corni col numero 4», promette Roberto De Laurentiis, presidente del Consorzio degli Orefici.
Tra Var e Varietà
A Napoli anche le discussioni tecniche diventano teatralità: il rigore negato a Neres a Parma diventa un tema caldo tra i residenti, mentre Gaetano Esposito – emigrato in UK – racconta il suo ritorno nella città natale solo per assistere alla partita: «A Chelsea tengo un take away, ma ora voglio tornare a casa mia».
Conclusione
«Questa piazza conosce la morte, ma conosce anche la speranza», conclude Il Mattino con parole dense. E in effetti, tra maxi-schermi e motorini in controsenso, tra sacralità e contraddizioni, Piazza Mercato diventa il simbolo perfetto della Napoli che lotta, che sogna, e che vuole – ancora una volta – vincere.