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mctominay (lapresse) - napolipiu-3
Un anno dopo, la storia si ripete. Fabio Tarantino del Corriere dello Sport ricorda che il primo sigillo di Scott McTominay in Serie A arrivò proprio contro il Como, il 4 ottobre 2024. Allora fu una vittima inconsapevole, oggi torna al Maradona per affrontare ancora gli uomini di Fabregas, stavolta da protagonista affermato e leader del Napoli di Antonio Conte. Lo scozzese, arrivato dalla Premier League per dominare, ha già collezionato diciassette gol in azzurro e rappresenta il simbolo del nuovo corso partenopeo.
Come sottolinea Fabio Tarantino del Corriere dello Sport, McTominay tornerà titolare dopo la panchina di Lecce, ritrovando il suo ruolo naturale al centro della manovra. In questo Napoli più verticale, privato di De Bruyne, il tecnico ha rispolverato il 4-3-3: modulo in cui Scott agisce da mezzala sinistra, pronto a inserirsi e colpire alle spalle della punta, in quel modo silenzioso e letale che ha imparato a rendere marchio di fabbrica.
Nelle ultime settimane, ricorda ancora Fabio Tarantino del Corriere dello Sport, McTominay ha ritrovato anche il feeling con il gol: dopo la doppietta al Psv, ha illuminato Fuorigrotta contro l’Inter con una prodezza da antologia, sfruttando l’assist panoramico di Spinazzola per battere Sommer con un destro secco e imprendibile. È stato il gol della consacrazione, quello che ha fatto esplodere il Maradona nella notte della rinascita.
Dall’altra parte del campo, il collega di reparto Frank Anguissa continua a essere il contraltare ideale dello scozzese. Come racconta ancora Fabio Tarantino sul Corriere dello Sport, i due formano una coppia di mezzali complementari, già autrice di otto gol complessivi tra campionato e Champions. Anguissa, cinque volte Mvp su nove gare, è candidato al premio di miglior giocatore di ottobre, ma McTominay non resta indietro: due gol in Serie A e una doppietta in Europa lo mantengono in scia, pronto a migliorare i numeri dello scorso anno.
Con Lukaku e Hojlund a rotazione davanti, il Napoli di Conte ha ritrovato profondità e potenza, ma è proprio dalla seconda linea — quella dei suoi “bomber di scorta” — che arriva la differenza. E quando McTominay si accende, per gli avversari è già troppo tardi.