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Conte - fonte lapresse - napolipiu.com
Nel suo approfondimento pubblicato sul Corriere dello Sport, Fabio Mandarini analizza l’impatto immediato di Antonio Conte sul Napoli tra il 9 e il 30 novembre, un arco temporale che il giornalista del Corriere dello Sport paragona alla celebre teoria dei 21 giorni di Maxwell Maltz. Come evidenziato da Fabio Mandarini, la squadra è rinata dopo quattordici mesi di attesa, ritrovando nel 3-4-2-1 la propria nuova dimensione tattica. Un’idea, spiegata da Mandarini sul Corriere dello Sport, che ha restituito identità, slancio e protagonisti inattesi.
La metamorfosi non riguarda solo la lavagna tattica: conta soprattutto il corpo, messo alla prova nella trasferta di Roma, e l’anima che, dopo Bologna, sembrava essersi dissolta agli occhi del tecnico. Fabio Mandarini sottolinea come il Napoli abbia collezionato tre vittorie consecutive in otto giorni — Atalanta, Qarabag, Roma — dominando sempre il ritmo e ritrovando un entusiasmo che, come scrive ancora Mandarini sul Corriere dello Sport, sembrava smarrito da tempo.
Dalla crisi alla rinascita, il romanzo raccontato da Fabio Mandarini sulle pagine del Corriere dello Sport cambia improvvisamente direzione. Le sconfitte di Torino ed Eindhoven, lo sfogo di Bologna, la sosta avvelenata dagli infortuni: tutto lasciava presagire un epilogo negativo. Invece è arrivata una ripartenza feroce. Il Napoli dei Fab Four si è trasformato rapidamente nel Napoli di Lang e Neres, due ex scontenti diventati protagonisti assoluti: sei gol in tre partite, tre firmati da Neres, uno da Lang, uno da McTominay e un autogol.
Conte ha coinvolto tutti, come evidenziato da Fabio Mandarini nel suo pezzo sul Corriere dello Sport, ricostruendo la squadra nei giorni più difficili e rimodellando uomini e convinzioni. Neres ha ritrovato continuità e centralità, Lang è diventato un simbolo: tre gare da titolare in fila, dopo mesi ai margini. Ora manca solo il gol di Hojlund, fermo dal 5 ottobre ma autore di un assist prezioso per Neres all’Olimpico.
La rinascita è anche difensiva: un gol subito in tre gare, due clean sheet consecutivi, Di Lorenzo dominante, Olivera rigoroso, Beukema in crescita costante accanto a Rrahmani e Buongiorno. In mezzo, Lobotka e McTominay formano una coppia di feroce equilibrio: regia perfetta da un lato, inserimenti letali dall’altro, senza l’aiuto di De Bruyne, Anguissa e Gilmour.
Era il Napoli dei Fab Four. Oggi — come conclude Mandarini sul Corriere dello Sport — è il Napoli di tutti.