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Come riportato da Vincenzo D’Angelo sulla Gazzetta dello Sport, il Napoli di Antonio Conte si è ufficialmente iscritto alla corsa scudetto. Dopo un avvio di stagione complicato e una fase di adattamento, i partenopei hanno ritrovato identità e competitività grazie alla guida del tecnico leccese.
Dopo il dominio targato Spalletti, culminato con il trionfo del 2022-23, il Napoli ha vissuto una rivoluzione difficile, ma adesso Conte ha gettato la maschera:
«Se vogliamo, possiamo».
E la partita contro l’Inter lo ha confermato.
Dal 4-3-3 di Spalletti alla solidità di Conte
C’è un filo conduttore tra il Napoli che ha dominato l’ultimo campionato e quello che adesso sogna di riaprire la lotta scudetto: il modulo.
Il 4-3-3, diventato quasi un dogma da Sarri in poi, ha esaltato le qualità di singoli come Osimhen, Kvaratskhelia e Kim, trasformando il Napoli in una macchina da gol e spettacolo.
Conte, inizialmente, aveva provato una strada diversa, ma l’arrivo di Scott McTominay ha cambiato tutto. Lo scozzese ha dato fisicità, intensità e carattere, rendendo il Napoli più equilibrato e meno vulnerabile.
Ora, il Napoli parte dal 4-3-3, ma in corsa si trasforma: in fase offensiva diventa un 4-2-4, mentre in difesa si chiude con un solido 5-4-1. Non più dominio del gioco, ma capacità di adattarsi e soffrire, puntando su organizzazione e sacrificio.
La rivoluzione Conte: più muscoli, meno spettacolo
Spalletti costruì il suo capolavoro dopo due anni di lavoro, puntando su una rivoluzione fatta di addii pesanti (Insigne, Mertens, Koulibaly) e nuovi volti (Kvara, Kim, Simeone, Raspadori). Il Napoli giocava un calcio armonioso e coraggioso, imponendo la propria filosofia ovunque.
Conte, invece, sta cercando di riportare il Napoli ai vertici in soli sette mesi, nonostante una rivoluzione ancora più complessa: via Zielinski, Osimhen, Mario Rui e Kvara, dentro Lukaku, McTominay e Buongiorno.
Il nuovo Napoli è meno spettacolare, ma più fisico, concreto e affamato.
Lukaku, il leader della rinascita
Se Spalletti ha costruito il suo capolavoro con i gol di Osimhen, Conte ha puntato tutto su Romelu Lukaku.
Il belga è il perfetto centravanti per il gioco di Conte, anche se non è più quello dei tempi d’oro. Ma quando segna, il Napoli vince. Ed è proprio dai suoi gol che passa il sogno tricolore.
Le parole di Spalletti riecheggiano ancora nell’aria: «Uomini forti, destini forti». Adesso, tocca a Conte e al suo Napoli dimostrare di essere davvero pronti per il grande salto.