Mozione di sfiducia per il presidente: Gravina colto di sorpresa | Scelto il sostituto

Gravina

Gravina - fonte lapresse - napolipiu.com

Il presidente della FIGC si trova in una posizione scomoda, travolto dalle polemiche e finito nel mirino della critica.

Nelle ore successive all’esonero di Luciano Spalletti, si è diffusa la voce secondo cui il tecnico avrebbe voluto presentarsi pubblicamente per comunicare l’addio alla Nazionale. Un gesto simbolico, ma non previsto dai protocolli del calcio moderno, dove questo compito spetta alla Federazione. Conoscendo il carattere di Spalletti, appare evidente la sofferenza personale di chi ha vissuto la Nazionale come una missione, dedicandole tempo, passione e un coinvolgimento umano totale. Il suo impegno, pur discutibile nei metodi, è stato profondo e sincero.

Probabilmente, l’errore più grande è stato voler strafare. Spalletti si è caricato di una responsabilità immensa, e quando ha percepito che il suo calcio non veniva pienamente compreso, ha deviato da ciò che conosceva, finendo in un vicolo cieco. Resta un grande allenatore, come testimoniano i tanti calciatori che ne lodano le capacità, ma fare il commissario tecnico è un mestiere diverso, e Spalletti – così come Gravina – ha sottovalutato questa differenza.

Proprio perché la Nazionale non è un club, la posizione del presidente federale Gravina è, se possibile, ancora più compromessa di quella dell’allenatore esonerato. In un sistema calcistico italiano che da anni mostra falle strutturali, l’opportunità di farsi da parte dopo un fallimento sportivo sarebbe stata un atto di responsabilità. Eppure Gravina, come già accaduto dopo l’eliminazione dal Mondiale con Mancini, ha scelto di restare.

Anche oggi, nonostante la disfatta e le dichiarazioni discutibili sulla forza della Norvegia rispetto all’Italia, Gravina non arretra. Il punto non è chi guiderà ora gli azzurri, ma l’assenza di visione e autocritica da parte di chi dovrebbe governare il movimento. Il problema non è tecnico, ma culturale. E purtroppo, a giudicare dalle scelte, è diventato… gravissimo.

Gravina e Ceferin: l’asse che trema

L’assoluzione definitiva di Michel Platini, coinvolto insieme a Sepp Blatter in un’inchiesta per presunta frode ai danni della FIFA, potrebbe riaprire scenari inattesi ai vertici del calcio europeo. L’ex fuoriclasse francese, riabilitato sul piano giudiziario, sembra intenzionato a rientrare in gioco con un ruolo di primo piano nella UEFA. Secondo quanto riportato da Superplus, Platini sarebbe pronto a schierarsi al fianco di Andriy Shevchenko, attuale presidente della Federcalcio ucraina, per costruire una candidatura alternativa a quella di Aleksander Ceferin.

Il mandato dell’attuale presidente UEFA scadrà nel 2027, ma già da settembre potrebbe prendere forma un fronte di opposizione, deciso a sondare il clima tra le varie federazioni nazionali. In tale contesto, la posizione del presidente FIGC Gabriele Gravina sarà osservata con particolare attenzione, non solo per il suo ruolo in Italia, ma soprattutto per la sua nota vicinanza personale a Ceferin. Un’amicizia che potrebbe metterlo in una posizione scomoda se il fronte anti-Ceferin dovesse guadagnare forza.

Ceferin
Ceferin – napolipiu.com

Alleanza per una svolta

Non è escluso che la spinta dei “dissidenti” possa arrivare fino a una mozione di sfiducia anticipata, che metterebbe in discussione il comando dell’attuale dirigenza UEFA ben prima della naturale scadenza del mandato. In questo equilibrio precario, anche la FIFA potrebbe avere un ruolo decisivo.

Infantino, ormai da tempo ai ferri corti con Ceferin, osserva con interesse lo sviluppo degli eventi. La guerra fredda tra vertici del calcio globale è appena cominciata.