Milan-Napoli rievoca gli anni migliori della Serie A italiana, dopo l’avvento di Diego Armando Maradona nel Napoli, sono stati proprio i rossoneri, più di ogni altra squadra italiana, l’avversario degli avversari.
di: Gaetano Brunetti per Cronache di Napoli
Milan-Napoli una sfida scritta sui muri di Napoli
L’epopea “Berlusconiana” iniziò proprio al San Paolo in quella sfortunata e vituperata partita dell’88 persa dal Napoli di Bianchi in malo modo, e che aprì le porte dello Scudetto al Milan di Arrigo Sacchi.
Lasciò strascichi e polemiche nell’ambiente azzurro e pure un sacco di abbonamenti strappati sulle gradinate dello stadio di Fuorigrotta. Se si passeggia per le vie del centro si possono notare, sui muri vecchi della città, ispiratori di poeti e cantautori, i segni lasciati dai migliori anni del grande Napoli durante il “settennato d’oro maradoniano”.
A pochi passi della centralissima Piazza Carlo III, sopra il tetto di un’edicola, tra panni stesi e paraboliche, si vedono ancora alcune scritte in azzurro che omaggiano o meglio osannano i trionfi del Napoli di Albertino Bigon, “grazie Napoli” e “sei forte” accompagnati da disegni di Coppe e Scudetti si stanno dissolvendo col passare degli anni ma tengono vivo il ricordo in vista della partita di San Siro, rimasta negli anni, una classica del calcio italiano.
La città è così, va orgogliosa del passato in attesa di un futuro ancora più roseo, azzurro. Spostandosi di poche centinaia di metri, c’è una stradina e se si gira lo sguardo sulla destra ci sono delle scale dove si possono vedere dei tricolori colorati a terra adornati dall’azzurro delle storiche e maestose colonne di piperno, caratteristiche delle vie del centro della città di Napoli. Lo scudetto del 1990 è ancora vivo nelle menti dei napoletani, scene di ordinaria follia si registrarono in città dopo i fatti della fatal Verona, col Milan sconfitto sul campo degli scaligeri mentre il Napoli registrava con un ventennio e più di anticipo “la grande bellezza” in salsa emiliana al Dall’Ara di Bologna con un Maradona d’alta scuola e Careca cecchino infallibile.
I muri sono la memoria storia della città
Sono lontani quei tempi ma addentrandosi nel centro antico, a pochi passi da Piazzetta Grande Archivio, c’è un maestoso Ponte, chiamato più comunemente ‘o Ponte ‘e Sanseverino, ovvero il Ponte dei Sanseverino, storica famiglia nobiliare ai tempi di Napoli Capitale e del Regno delle Due Sicilie, che li ci abitava e lo fece costruire. Salendo si arriva dritti al Decumano maggiore, attraversando Largo San Marcellino si può scrutare Largo Corpo di Napoli dove soavemente riposa da anni la Statua del Dio Nilo, ma bisogna fermarsi sotto il Ponte per ammirare e rievocare i tempi dei grandi Milan-Napoli coi riverberi dei muri colorati d’azzurro e uno scudetto ancora vivo al centro della facciata che sta dissolvendosi per l’usura del tempo.
Durante l’excursus si possono ammirare murales specifici dedicati proprio alla squadra di Sacchi, all’altezza di Via Pacella, per esempio, strada che porta diritti all’Osservatorio Astronomico e al Parco Reale di Capodimonte, c’è ancora un disegno raffigurante un wc coi colori tipici e scritte/sfottò contro Silvio Berlusconi, allora presidente, e Arrigo Sacchi allenatore a quei tempi sconosciuto ai più, che riscrisse la storia del club meneghino con le sue idee e l’apporto tecnico di fior di campioni del calibro di Marco Van Basten, Baresi, Maldini, Rijkaard e Gullit. Le testimonianze sono tantissime e ancora vive, nonostante qualcuna è stata rovinata dal tempo, si nota, in ogni angolo della città il riverbero azzurro di quegli anni nell’infinito immaginario collettivo del tifo partenopeo.