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Come raccontato da Fabio Mandarini sulle colonne del Corriere dello Sport, quando c’è una partita che conta è impossibile non trovare in campo Scott McTominay. Salvo imprevisti, ovviamente, come l’attacco influenzale che lo ha estromesso a sorpresa dalla sfida contro il Maradona la scorsa settimana.
Domani al Dall’Ara, però, McT sarà regolarmente titolare, pronto a rispettare il “teorema” di Sir Alex Ferguson, l’uomo che l’ha scoperto e lanciato ai tempi del Manchester United: partita decisiva, McTominay in campo.
Conte non ha mai avuto dubbi: ogni volta che ha potuto, lo ha schierato, facendone una pedina chiave nel suo sistema. Con sei gol in campionato, McTominay è a un passo dal suo record personale nei principali campionati europei. Un dato che conferma la sua importanza anche in zona offensiva: è il secondo miglior marcatore stagionale del Napoli, alle spalle solo di Lukaku.
Mandarini sottolinea come l’impatto di McTominay sia stato immediato: entrato bambino nello United e uscito con il soprannome di “The Savior” dopo una doppietta lampo contro il Brentford, il centrocampista scozzese ha saputo replicare il suo rendimento anche in Serie A, diventando una delle colonne portanti del Napoli di Conte.
La sfida di Bologna sarà una delle più dure della stagione: la squadra di Italiano è in piena corsa per la Champions League e arriva da sei vittorie consecutive al Dall’Ara, compreso il clamoroso 5-1 inflitto alla Lazio. McTominay, fermo da sei partite senza gol (ultima rete datata 9 febbraio contro l’Udinese), dovrà rompere il suo silenzio realizzativo.
Un giocatore cresciuto anche fisicamente in maniera clamorosa – come racconta ancora Mandarini – passando da 1.60 a 1.93 metri in poco più di un anno, proprio come Fabian Ruiz ai tempi del Betis. E come il centrocampista spagnolo, ora campione di Francia con il PSG, McTominay sogna di chiudere la stagione con un titolo, regalando un finale lieto anche al suo primo anno in Italia.