Lo sai perché: Nicola Romeo, non mise il Vesuvio sullo stemma dell’Alfa Romeo?

Perchè Nicola Romeo, non mise il Vesuvio sullo stemma dell’Alfa Romeo? Il creatore dell’azienda del Portello, un genio napoletano che a 23 anni si laurea al Politecnico di Napoli e poi si trasferisce in Belgio, da dove torna con un bagaglio notevole di esperienze.

Di: Francesco Pollasto

“quando passa un’ Alfa Romeo mi tolgo il cappello”. Henry Ford

Ecco la storia di un Genio Napoletano: Nicola Romeo.

Nicola Romeo era nato il 28 aprile 1876 in via Dogana 1 a Sant’ Antimo, nell’hinterland napoletano, primo degli otto figli di Maurizio e di Consiglia Ta- gliatela. Il padre era nato a Montalbano Ionico il 1° gennaio 1845 mentre la madre, nativa anche lei di Sant’Antimo, era molto più giovane essendo nata il 28 marzo del 1860: si erano sposati il 10 giugno del 1875.

Come si è detto, al primogenito Nicola erano seguiti nell’ordine le sorelle ed i fratelli Filomena, Giulietta, Guido, Elvira, poi una seconda Elvira che doveva ricordare la prima, morta di pochi mesi, Mario e Itala. E con questo riassunto famigliare basato sui dati dell’Ufficio Anagrafico del Comune di S. Antimo abbiamo voluto colmare le lacune che si trovano nelle diverse biografie dell’ingegner Nicola Romeo.

La vita di quest’uomo ci appare oggi con caratteri eccezionali e potrebbe servire come esempio per le nuove generazioni.

La famiglia non era benestante (il padre era maestro elementare ed almeno lo ha potuto aiutare indirizzandolo verso gli studi tecnici perché era molto portato in matematica) e per continuare gli studi superiori il ragazzo si sobbarcava ogni giorno il tragitto a piedi da Sant’Antimo a Napoli di circa 14 km, che oggi possono sembrar pochi specie a chi non va a piedi, ma con le strade di allora non era una gita né col bello né tanto meno col cattivo tempo.

Frequentava con profitto l’Istituto tecnico e, per mantenersi agli studi, impartiva lezioni ai suoi stessi compagni e ad altri giovani coetanei. Nel 1899, quindi a soli 23 anni, conseguiva la laurea in ingegneria meccanica presso il Politecnico di Napoli (oggi facoltà di Ingegneria dell’Uni- versità degli studi di Napoli Federico II) dopo di che si trasferiva a Liegi in Belgio dove si laureava in ingegneria.

Nel 1911 fondava a Milano la società “Ing. Nicola Romeo & C.” per la produzione di macchinari per le attività estrattive, di cui si era già occupato come importatore.

La sua azienda si espandeva con l’acquisizione di altre società tra cui l’ Alfa nel 1915, una ditta sorta nel 1909 negli stabilimenti del Portello già sede della Società Italiana di Automobili Darracq di cui aveva rilevato l’attività. Questa ditta venne immediatamente adibita alla produzione militare perché proprio in quel periodo l’Italia era entrata in guerra.

Ma perché’ Nicola Romeo decise di investire in una fabbrica in fallimento?

La risposta e’ pubblicata sull’avvenire del 24-6.2010, un articolo di Angelo Picariello ci spiega l’arcano.

Ecco un estratto:

«La vicenda emblematica di come l’industria meridionale, fiorente fino a 150 anni fa, in special modo quella metalmeccanica, già da mezzo secolo fosse stata abbandonata a sé stessa per privilegiare quella del Nord.

L’ingegner Nicola Romeo, ricordiamolo, era un geniale imprenditore metalmeccanico che aveva diversi, importanti stabilimenti nella zona Napoli. Licenziatario per la costruzione di camioncini di trasporto truppe della francese Darracq, allo scoppio della Prima guerra offrì allo Stato italiano il suo prodotto a prezzo vantaggioso, ma si sentì rispondere che esso acquistava solo prodotto nazionale. Cioè del Nord.

Così accettò di rilevare l’A.L.F.A (Anonima Lombarda Fabbrica Automobili), che aveva i suoi stabilimenti a Portello, presso Milano, ed era in liquidazione. Finita la guerra, nel 1918, fu inizialmente cambiato il nome della società in “Società Anonima Ing. Nicola Romeo e Co.”. Ma si sa che i napoletani sono buoni di cuore:

infatti Romeo non infierì, e al termine di una lunga vertenza, vinta contro con i vecchi proprietari dell’Alfa, non mise sullo scudetto il Vesuvio,ma lasciò il biscione milanese. E tutti oggi si lamentano per l’Alfa-Sud di Pomigliano, poi passata alla Fiat, “regalata” ai meridionali “sfaticati” dai generosi industriali settentrionali»

Ecco l’articolo completo per chi vuol saperne di piu‘ (qui)

Fonte: asifed, L’avvenire, biografia di un genio Napoletano: Nicola Romeo,Edizioni de il Risveglio Nazionale.

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