Lo sapevi che Napoli

lo sai da dove nasce “SPULLECÀ.”?

PAROLE PERDUTE COME LE ABITUDINI DI UN TEMPO.

DA NONNA A NIPOTE, INSIEME A SFAGIOLARE, PARDON, A SPULLECÀ.

Di: Gabriella Cundari

Sfagiolare è un termine che non si ritrova più nei dizionari moderni. La derivazione è dal toscano fagiolare o fagiuolare, che persiste ancora come termine geografico (es. Colle Fagiolare).

Molte parole toscane hanno preso la strada del napoletano, tanto è vero che esiste un vocabolario dei termini toscani-napoletani).

E i fagioli, piacciono a Toscani e Campani… Fagiolare significa andare a genio, piacere, garbare, quadrare; con il suffisso deprivativo “s” il significato diventa negativo. Sfagiolare, come spullecà, rappresenta bene l’azione della nonna e della nipote che tolgono i fagioli freschi, gli spollichini, o meglio, ‘e spullicarielle, dal baccello.

Il verbo napoletano spullecà significa appunto sbaccellare (fave e/o piselli, o fagioli), o anche cercare minutamente e poi anche spolpare, rosicchiare, piluccare etc. Quanto all’etimologia, deriva dal latino pulicare (denominale di pulex), con la “s” deprivativa. Poi, dal napoletano spullecà (o spullecchià) che significa sgranare (con evidente riferimento all’operazione che si compie quando si vuole cucinare un piatto a base d’ ‘e spullicarielle) si è formato appunto il termine italianizzato “spollichino”

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