Lo hanno ridotto malissimo: Marco Pantani, arriva la verità | La famiglia non ci può credere

pantani (wikipedia) - napolipiu

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Un campione leggendario, la sua storia tra gloria e tragedia, e ora un gesto che offende la sua memoria.

Marco Pantani, nato a Cesena il 13 gennaio 1970, è stato uno dei più grandi ciclisti italiani di tutti i tempi, noto soprattutto come scalatore puro. Soprannominato “il Pirata” per la sua bandana e il caratteristico look, Pantani ha lasciato un segno indelebile nel mondo del ciclismo con la sua straordinaria capacità di dominare le salite più dure.

Professionista dal 1992 al 2003, ha collezionato 46 vittorie, tra cui la celebre doppietta Giro d’Italia e Tour de France nel 1998, impresa che lo ha iscritto nel ristretto gruppo dei grandi campioni della storia, accanto a leggende come Fausto Coppi e Eddy Merckx.

Il suo talento è stato riconosciuto anche dai più grandi avversari, che ne hanno ammirato la forza e la tecnica. Pantani detiene ancora i tempi record di salita sul Mont Ventoux e sull’Alpe d’Huez, due delle salite più iconiche del Tour de France. Tuttavia, la sua carriera è stata segnata da molte difficoltà, tra cui la dolorosa esclusione dal Giro d’Italia 1999 a causa di un controllo antidoping che rilevò un valore di ematocrito oltre il limite consentito.

Questo episodio, seguito da problemi personali e medici, lo ha allontanato dalle competizioni e dal successo, portandolo a una tragica fine nel 2004 a Rimini, a soli 34 anni, a causa di un’intossicazione da cocaina e psicofarmaci. La sua morte rimane avvolta nel mistero e nel dolore.

Il ricordo oltraggiato a Lucca

Pochi giorni fa, il passaggio della tappa del Giro d’Italia a Lucca avrebbe dovuto essere una giornata di festa e celebrazione per lo sport e per Marco Pantani, la cui memoria è ancora fortemente sentita da appassionati e cittadini. Invece, l’evento è stato macchiato da un episodio che ha profondamente amareggiato la famiglia e i tifosi del “Pirata”.

Lungo il percorso della gara, infatti, sono apparse scritte spray con la frase “Free Palestine”, un gesto di protesta politica non autorizzato che ha coinvolto anche un’installazione dedicata a Pantani. L’opera, realizzata in legno dall’artigiano Marco Davini e posizionata davanti al suo laboratorio vicino al Polo Fiere, raffigurava il ciclista in sella alla sua bici, intento a scalare una salita, con la sua bandana caratteristica. Un omaggio affettuoso e simbolico alla memoria di un campione, pensato come regalo alla città e agli amanti del ciclismo.

pantani (wikipedia) - napolipiu-2
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Il gesto

Il gesto vandalico ha portato a una rapida rimozione della vernice, ma il danno emotivo è rimasto: È stata una ferita – ha detto Davini – soprattutto perché si trattava di una proprietà privata, realizzata con amore e rispetto per Pantani e il Giro. Questa amarezza resta, nonostante la vernice sia stata tolta in fretta.”

La vicenda ha acceso un acceso dibattito sul confine tra la libertà di espressione e il rispetto per i simboli, lasciando aperti interrogativi su come preservare la memoria dei grandi campioni in un mondo sempre più complesso e diviso. La famiglia di Marco Pantani e la comunità sportiva sperano che episodi simili non turbino il ricordo di uno degli eroi più amati del ciclismo italiano, la cui leggenda continua a vivere sulle strade e nelle salite di tutto il mondo.