L’economista Vettosi boccia la Media Company: “Passo indietro”

La Media Company al centro del dibattito a Radio Punto Nuovo con l’economista Fabrizio Vettosi che boccia la soluzione della Lega di Serie A.

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La Media Company della Lega di Serie A bocciata dall’economista Fabrizio Vettosi che a Radio Punto Nuovo dice: “Al di là degli annunci e della forte forza mediatica, poiché sembrava quasi un cambiamento epocale, si tratta di una operazione che non cambia nulla o cambia in peggio. Dà il governo dei diritti tv del nostro calcio in mano a dei soggetti il cui obiettivo è un rendimento molto elevato, per anno, superiore al 20% con delle mitigazioni e delle garanzie. Io ho letto il pezzo integrale del possibile accordo: Pensate che con il 10% questi soggetti non solo controllerebbero il 25% dei diritti tv, ma metà dei consiglieri 8 contro 7 sarebbe di loro nomina, con l’amministratore delegato anche. Potete pensare che già questo è atipico. C’è poi da considerare l’impatto finanziario: se voi vedete che il ricavo della media-co, ridotto al 10 % il netto che residua che verrebbe ridistribuito in base ad altri criteri è superiore all’importo che oggi percepiscono le aziende di calcio. Ricordiamoci che la Lega e le società di calcio, avranno il 90% dei diritti, questo 10% che si rivende è un’anticipazione“.

De Laurentiis consigliare Media Company

Il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis è coinvolto in prima persona per quanto riguarda la Media Company della Lega di Serie A. Vettosi sposa proprio le idee del patron azzurro e dice: “Come dice De Laurentiis credo sarebbe stato più facile andare in banca e andare dai creditori. Se c’è una media co perché non può farsela la lega da sola come dice De Laurentiis. Questi signori sono anche garantiti nel meccanismo al ribasso. Se dovesse cambiare il format e ridursi i ricavi questi signori avrebbero un rendimento minimo garantita. Tutto il danno lo prenderebbe le aziende di calcio associate alla Lega andrebbero a loro. Se le cose invece vanno bene portano a casa un maggior profitto. Qui dobbiamo informare bene le persone: non è vero che il Covid ha impattato il bilancio delle serie A. Sul prossimo anno? Sì. Ma vi faccio una domanda: Agnelli sta andando a vendere questo business pro, dall’altro lui sostiene che la serie A in crisi. La verità è che questa operazione è una verità finta. Sanno che è un prestito ad altri tassi d’interesse. De Laurentiis e Campoccia sostengono la tesi che sarebbe stato più opportuno perseguire un normale finanziamento a tassi basso. Media-company? Io sono scettico. Credo che inizialmente i tre grandi club Inter Juve e Milan l’hanno sostenuta perché avevano una grande visione in caso di superlega. Io introducendo la clausola, su pressione dei piccoli, c’è un taglio molto forte sul diritto riconosciuto, credo che anche Juve Inter e Milan ci stiano ripensando. La Juve è una via di mezzo, con i costi che ha non ha i ricavi per sostenere quella struttura. La Juve ha bisogno di ricavi per 900 milioni. L’organizzazione della Juve è paragonabile ai grandi club. La Juve deve fare un salto dimensionale e punterà a fare un campionato di calcio per grandi club in senso stretto”.

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