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Il Napoli torna a parlare attraverso il campo. Dopo settimane avvelenate da tensioni interne, fatica, confusione tattica ed estenuanti discussioni, la squadra ritrova finalmente un’identità credibile. Come sottolinea Antonio Corbo su Repubblica Napoli, il Napoli non aveva mai saputo esprimersi davvero quest’anno, se non in due brevi parentesi contro Fiorentina e Inter. Stavolta, però, la risposta è arrivata. Con forza.
In tribuna c’è Aurelio De Laurentiis, che osserva da vicino la trasformazione. Il presidente – racconta ancora Antonio Corbo su Repubblica Napoli – è tornato sulla scena al momento opportuno: ha restituito fiducia a Conte e ha ricomposto il clima interno dopo mesi turbolenti. Il risultato è un Napoli rinnovato nello spirito e nella testa.
Conte, definito da Corbo «lo specialista degli scudetti», ha ricucito l’ambiente con colloqui individuali e diretti, uno a uno, costruendo prima una coesione morale e poi una svolta tattica. Contro un’Atalanta molto offensiva e ora sotto la guida del napoletano Palladino, il Napoli ha scelto un pressing alto e ha cambiato pelle: dagli esterni dimenticati alla difesa a tre.
ESTERNI RITROVATI E SCELTE CORAGGIOSE
Neres e Lang, quasi inesistenti nelle rotazioni precedenti (solo 426 minuti il primo, 153 il secondo), diventano protagonisti assoluti. I due firmano i tre gol e incendiano i 45.000 del Maradona. «Una metamorfosi improvvisa ma razionale», scrive Antonio Corbo su Repubblica Napoli: Conte decide di valorizzare proprio quei giocatori che finora la piazza aveva quasi trascurato.
Beukema, reduce da settimane difficili, si prende la responsabilità di arginare Lookman. Buongiorno è autoritario prima su De Ketelaere e poi su Scamacca. Lang corre, soffre, sbaglia qualcosa ma segna un gol pesantissimo. Non è poco.
La mossa più interessante, secondo Repubblica Napoli e Corbo, è però il ritorno alla difesa a tre: dà solidità, protegge Di Lorenzo e permette a Gutierrez di ritrovarsi. L’assist del capitano per il 3-0 è la conferma di un ruolo finalmente sostenibile anche per lui.
UN NAPOLI BRILLANTE… E POI FRAGILE
Marveloso nel primo tempo, il Napoli si spegne dopo l’intervallo. L’Atalanta cresce, trascinata da un Lookman finalmente dominante e poi da Scamacca, che firma il 3-1 e mette paura a Milinkovic-Savic. Conte, che finora aveva mostrato un certo attendismo nei cambi, interviene con tempestività per evitare che l’inerzia sfugga di mano.
La ripresa mette a nudo i limiti fisici e mentali: corsie laterali stanche, Beukema sotto pressione e un’Atalanta che guadagna campo. «Una doppia faccia che non va ignorata», evidenzia Antonio Corbo su Repubblica Napoli.
CONTE CAMBIA: IL SEGNALE PIÙ IMPORTANTE
La vittoria è importante, ma lo è di più ciò che lascia intravedere. Conte appare diverso: meno rigido, più disposto a modificare idee e gerarchie. «A giocare non sono più gli intoccabili», scrive Repubblica Napoli tramite Corbo, «ma chi accetta la sfida».
Un messaggio forte per lo spogliatoio: chi lotta gioca. Chi merita resta. Chi sta fermo, esce.
Il Napoli è tornato. Ma soprattutto – conclude Antonio Corbo su Repubblica Napoli – è tornato un Conte nuovo, capace di cambiare sé stesso per rilanciare una squadra che sembrava perduta.