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La solita eleganza, la solita magia. Khvicha Kvaratskhelia, nel palcoscenico più prestigioso d’Europa, ha brillato ancora: lo ha fatto da protagonista nella finale di Champions League, siglando uno dei gol del roboante 4-0 del PSG sull’Inter, e completando una stagione da sogno con quattro trofei: Champions, Ligue 1, Coppa di Francia e Supercoppa francese.
Un trionfo personale e collettivo, dopo un addio a Napoli a stagione in corso che aveva lasciato l’amaro in bocca ai tifosi. Ma nel cuore di Kvara, l’azzurro non è mai sbiadito.
«Quello scudetto è anche mio»
Subito dopo la finale, intervistato da Sky, il fuoriclasse georgiano ha voluto rendere omaggio alla sua ex squadra e alla città che lo ha consacrato al calcio europeo:
«Considero davvero questo scudetto come mio – ha detto –. Sono stato a Napoli, ho giocato 70 partite e sono fiero di averli aiutati».
Nel corso della stagione 2023/24, prima del trasferimento a Parigi a gennaio, Kvaratskhelia aveva messo a referto 5 gol e 3 assist in 17 presenze in Serie A. Non abbastanza per ottenere la medaglia ufficiale, ma sufficiente per sentirsi parte della cavalcata che ha portato il Napoli al quarto tricolore della sua storia.
«Napoli ha vinto con il cuore, sono orgoglioso»
Kvara non ha dimenticato i suoi ex compagni, anzi:
«Sono stati davvero incredibili – ha aggiunto –. Ho visto tutte le loro partite e penso che meritassero di vincere il campionato. Sono orgoglioso e felice che i napoletani abbiano festeggiato».
Una dichiarazione d’amore limpida, rafforzata dalla story pubblicata su Instagram nel giorno della vittoria del Napoli, che Kvaratskhelia ha celebrato da casa, a Parigi, mentre era indisponibile per la finale di Coppa di Francia contro il Reims, saltata per un malessere fisico.
Il gol in finale e il sogno Champions
Sabato sera, però, l’ennesima prova del suo talento: un sinistro secco sul primo palo a trafiggere Sommer, bandiera della Georgia in mano e occhi lucidi.
Un gol che ha contribuito a consegnare al Paris Saint-Germain la prima Champions League della sua storia. Un sogno che Kvara custodiva da bambino e che ha saputo realizzare senza perdere leggerezza, sacrificio e spirito di squadra, qualità affinate prima con Spalletti, poi con Conte.