Intervista a Davide Marotta, volontario della chiesa di Santa Maria alla Sanità e della palestra di Boxe nella Sanità

Parlaci dell’iniziativa della palestra nella parrocchia Santa Maria alla Sanità

Una palestra di boxe tra le mura della parrocchia della Sanità. Un modo per attrarre i ragazzi, per toglierli dalla strada,incanalare le loro energie nello sport, e rispondere alle tante richiesta di avere un luogo dove potersi allenare.

 

Quali sono le altre iniziative che si fanno??

Ce ne sono tantissime, dalla pittura al teatro,  dalla musica classica alla palestra o alla boxe

Cosa ti ha spinto a diventare volontario

Quando si parla di criminalità,«La criminalità nasce dalla mancanza di qualcosa. Nessuno si sveglia la mattina e decide di essere un criminale».  Oggi  ne sono convinto quando racconto la mia vita. Dieci anni fa probabilmente sarei stato tra gli aggressori di Arturo, Ciro, Gaetano e tutti gli altri ragazzi vittime di violenza perpetrata da parte di loro coetanei. Forse all’epoca non le chiamavano ancora babygang, ma l’ebbrezza di «iniziare già da piccolo a sentirsi grande» era pressappoco la stessa. E io la conosce bene. A 16 anni abbandona la scuola e scelgo la scuola di strada quella del mio quartiere, il rione  Sanità, perché crescendo in un posto così «credi che l’unica cosa che conti sia avere i soldi in tasca e di essere il più bullo, il più bello, ottenere tutto e subito con poca fatica».

Serviranno diversi  anni passati in strada ad ingegnarmi come fanno un po’ tutti i ragazzi di quartieri difficile ma dopo una serie di incontri fortunati mi faranno cambiare prospettiva, come quello con don Antonio Loffredo e gli attivisti della terza municipalità. Proprio l’incontro con padre Antonio Loffredo ,persona alla cui nutro una grande stima ,io. Per strada  ci sono ancora oggi ma con una missione   adesso è educare.

 

Grazie a Davide Marotta per l’intervista concessa

 

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