Topolino e’ napoletano.
Topolino, il personaggio reso celebre dalla penna di Walt Disney, avrebbe origini napoletane. Il vero papà sarebbe stato il proprietario di un’azienda di sciroppi e liquori con sede a Caivano, nata nei primi anni ‘20 del secolo scorso.
Numerosi gli storici e gli intellettuali che hanno indagato sull’attendibilità di questa teoria: da Angelo Forgione a Marco Rossano, da Ruggero Guarini all’archivio Flavio Beninati.
Dalle ricerche effettuate sembra proprio che Mickey Mouse abbia in realtà numerose somiglianze con il topolino stampato sulle etichette dell’azienda “La Sorgente” di Carmine Cammardella. E quello partenopeo sarebbe nato ben sette anni prima di quello statunitense.
La storia vuole che il disegno napoletano sia stato creato da Michele Sòrece, il quale era partito a metà degli anni ‘20 per trovare fortuna negli Stati Uniti e avrebbe conosciuto Walt Elias Disney. Ma dalle ricerche effettuate da Forgione pare che non esista alcun Michele Sòrece emigrato negli Usa.
Molto più probabile invece che a disegnare il topolino sia stato un illustratore dell’epoca, Quirino Cristiani, nato in Italia negli ultimi anni dell’800 ed emigrato in Argentina per circa 5 anni. Quirino, famoso grafico di inizio secolo, fu contattato da Cammardella per realizzare un logo facile da ricordare.
Quirino Cristiani e Walt Disney si sono mai incontrati? Si, ma non si sa se ciò è accaduto prima del 1941, anno in cui lo statunitense si recò in Argentina alla ricerca di nuovi mercati per sopperire alla crisi bellica in Europa. I due animatori si videro e, come si legge nel libro L’uomo che anticipò Disney (Tunuè, 2007) di Giannalberto Bendazzi, autorevole esperto mondiale di cinema d’animazione, l’italo-argentino scrisse in alcuni suoi appunti come si svolse il loro incontro, testimoniando in prima persona dell’ammirazione reciproca e del sincero affetto, che potrebbe essere nato tempo prima.
Cristiani fu voluto a lavorare per Disney, ma non ci andò mai. Era troppo fiero del suo lavoro per legarsi ad un padrone, dichiarando sempre la sua stima per il grande americano ma non rinunciando mai di puntualizzare che era stato lui il primo. Gli stili si somigliavano, ma c’è un particolare su cui riflettere, suggerito dal sociologo Vanni Codeluppi nel suo Il potere della marca. Disney, McDonald’s, Nike e le altre (Bollati Boringhieri, Torino 2001): Walt non sapeva disegnare se non con un tratto molto infantile.
E questo avvalora la tesi secondo la quale Topolino non sarebbe una sua creazione. Forse neanche di Ub Iwerks, il suo collaboratore, cui alcuni attribuiscono la creazione grafica del topo più famoso del mondo e del suo antesignano: il coniglio Oswald the Lucky Rabbit, del 1927. Era un Mickey Mouse con le orecchie non tonde ma allungate, più simili a quelle del topo de “La Sorgente” sulle etichette illustrate. Dunque, il primo topo antropomorfo era forse di Quirino Cristiani?
“La scelta di un topolino come simbolo dell’azienda – racconta l’erede e proprietaria dell’azienda Cammardella – è stata assolutamente casuale, nata dalla penna di un disegnatore a cui mio nonno aveva commissionato appunto un disegno che potesse diventare il marchio della antica ditta ‘La Sorgente’.
Tutto quello che è successo dopo è noto a tutto il mondo, ma come siano andate esattamente le cose nessuno lo sa; so che questo disegnatore, emigrato in America in cerca di maggiore fortuna, si sia poi imbattuto in quello che sarebbe diventato il padre di Mickey Mouse a cui, per riconoscenza, avrebbe donato una bottiglia di quell’Anice Reale napoletano con su disegnato un topolino”.
Fonte : Angelo Forgione blog, Leggo.it
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