CORRIERE- Il record di Reina decimo rigore parato: Ecco chi aveva stregato…

Il record di Reina decimo rigore neutralizzato in carriera: aveva già stregato Balotelli, Rooney, Eto’o

 

NAPOLI – Scrive il CdS – Martedì sera Pepe Reina ha incrociato lo sguardo di Jens Toornstra e gli ha detto: «Ragazzo, da qui non passi». Un tu­ffo sulla sinistra, il boato del San Paolo: per la decima volta nella sua carriera, il duello in campo l’ha vinto lui, non l’avversario che gli stava a undici metri e qualche passo di distanza.

Decimo rigore neutralizzato

Toornstra non è propriamente uno specialista: è al secondo errore dal dischetto su tre tentativi. E in fondo uno specialista nel senso pieno del termine non lo è neanche lo spagnolo. Però Reina vanta nel suo album dei ricordi altre nove vittime, alcune illustrissime, da Balotelli a Samuel Eto’o. Anche quando non è riuscito a respingere o bloccare lui la conclusione, ha comunque ipnotizzato l’avversario inducendolo all’errore, coprendo bene quei sette metri e rotti che sono il suo regno. Tutto iniziò nel 2005, quando era al Villarreal: nella vittoria esterna per 4-2 sul campo del Levante, Reina disse no a Rivera quando la sua squadra era già sul 2-0.

Il record di Reina

Ci prese talmente gusto da ripetersi una settimana dopo contro il Valencia: stesso momento della gara, con i suoi avanti 2-0, e intervento decisivo contro Marco Di Vaio. In Spagna ha fatto sbagliare Eto’o in un Barça-Villarreal 3-3, poi in Premier League ha castigato anche un certo Wayne Rooney in uno United-Liverpool 2-1 del 2010: la cronaca dice che poi l’attaccante dei Red Devils segnò sulla respinta, ma il gesto tecnico resta.

Stregato Balotelli

Con il Napoli è alla terza prodezza del genere. Aveva già detto no a Destro in un Bologna-Napoli 1-7, ma soprattutto aveva fermato Balotelli quella notte del 22 settembre di quattro anni fa, quando il Napoli a San Siro era già avanti di due reti. Una parata storica, perché mai nessuno prima di allora era riuscito a fermare Balo, andato sistematicamente sempre a segno. La lettura della finta del milanista, il tuffo leggermente in anticipo, quella volta sulla destra. Oggi come quattro anni fa, chapeau.

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