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de bruyne-lapresse-napolipiu.com
«Qualcuno dice che il suo infortunio possa essere un vantaggio. Fantastico, mi arrendo: chi lo afferma meriterebbe l’Oscar». Le parole di Antonio Conte, pronunciate dieci giorni fa dopo Lecce, suonano oggi come una profezia. Come racconta Gennaro Arpaia su Il Mattino di Napoli, l’assenza di Kevin De Bruyne ha lasciato un vuoto profondo nel Napoli, in campo e nello spogliatoio.
Da quando il belga si è fermato, pochi giorni dopo il rigore con l’Inter, gli azzurri hanno giocato tre partite — contro Lecce, Como ed Eintracht Francoforte — segnando una sola rete, quella su calcio piazzato di Anguissa in Salento. Troppo poco per una squadra che con De Bruyne in campo aveva trovato equilibrio, qualità e soprattutto un leader silenzioso ma carismatico.
Come sottolinea Gennaro Arpaia su Il Mattino di Napoli, il numero 17 aveva inciso direttamente nel 30% dei gol stagionali del Napoli: sei partecipazioni tra reti e assist sui venti totali tra Serie A e Champions League. Di quei venti gol, sedici sono arrivati con De Bruyne in campo. Dati che raccontano più di mille parole: con lui la squadra trovava ritmo, idee, e soluzioni.
Ora Conte deve reinventare l’attacco. Il tecnico ha già accettato l’idea di dover fare a meno del suo regista fino a febbraio, e lavora su nuovi equilibri. Il ritorno al 4-3-3, tanto invocato dai tifosi, non ha ancora prodotto i risultati sperati: contro l’Eintracht si è visto un Napoli ordinato, ma poco incisivo.
Le alternative non mancano. Højlund dovrà diventare più aggressivo negli ultimi metri, imparando a legare il gioco con i compagni e a sfruttare la profondità. Lucca, invece, dovrà velocizzare l’intesa con il resto del reparto. E Conte guarda con attenzione a Eljif Elmas, tornato titolare in Champions: il macedone, con sei gol nella stagione dello scudetto e sette in quella precedente, ha nelle corde giocate decisive, specie se impiegato da esterno nel tridente.
Come scrive Gennaro Arpaia su Il Mattino di Napoli, l’allenatore si aspetta un contributo maggiore anche da Politano, Neres e Noa Lang, ancora a secco in campionato. Il centrocampo, finora, ha retto il peso delle reti — con Anguissa e McTominay protagonisti — ma serviranno anche gli esterni per tornare a far male.
Conte, però, non vuole sentir parlare di crisi. Il Napoli resta il secondo miglior attacco della Serie A, dietro l’Inter e a pari merito con il Bologna, prossimo avversario al Dall’Ara. «Serve lavoro, e ancora lavoro», ripete il tecnico, consapevole che la squadra può cambiare marcia anche senza il suo fuoriclasse.