Giaccherini parla del rapporto con Sarri e Ancelotti e della sua esperienza a Napoli. Il calciatore del Chievo però non dimentica la Juve.
Il calciatore del Chievo Verona, Emanuele Giaccherini, ha rilasciato un’intervista a Calcio2000. Il centrocampista ha parlato della sua esperienza a Napoli e del rapporto con Sarri e Ancelotti.
GIACCHERINI SU SARRI
“Non so perchè non è scattata la scintilla con Sarri, forse non gli andavo a genio come giocatore, però allora non capisco perché mi abbiano preso. Forse ero un acquisto del presidente? Non so, davvero, ancora oggi mi capita di chiedermelo ma non ho trovato una risposta.
Forse la sua concezione di avere una rosa ristretta e fidarsi solo dei “titolari”, ma nell’arco di una stagione non puoi tenere la stessa condizione per undici mesi. Invece lui non cambiava proprio mai.
E questo secondo me è stato un errore, come dimostra adesso Ancelotti: anche Maksimovic, che con Sarri non giocava mai, ora invece è uno su cui Ancelotti punta tantissimo. E infatti sta facendo molto bene”.
ANCELOTTI…
“Avevo già chiesto la cessione a gennaio, dopo quattro mesi che ero arrivato a Napoli. Non perché stessi male, Napoli è una città bellissima con un pubblico meraviglioso, ma avevo avuto da subito la sensazione che il mio acquisto fosse stato un “errore tecnico”. Dunque ho parlato con la società e ho chiesto di essere ceduto: a quel tempo mi volevano la Roma e la Juve, ma il club non mi ha liberato. E questa è un’altra cosa che non mi spiego: perché tenere a tutti i costi un giocatore se poi non lo fai mai giocare?
Quando è arrivato Ancelotti io tecnicamente ero ancora un giocatore del Napoli, ma è vero che i presidenti De Laurentiis e Campedelli erano già d’accordo, io volevo restare al Chievo e loro non hanno fatto nulla per farmi ricredere. Si vede che doveva andare così”
LA JUVE E GLI SCUDETTI
“Gli scudetti con la Juve sono stati bellissimi, in particolare il primo perché è giunto inaspettato. Quella squadra veniva da due settimi posti consecutivi, pensare di poter finire davanti al Milan di Ibrahimovic e Thiago Silva era da pazzi. Però ci abbiamo sempre creduto, fin dal primo giorno.
Tuttavia, come dicevo prima, arrivare in Nazionale per me è stato il coronamento di un sogno e, sebbene nel 2012 siamo andati ad un passo da diventare Campioni d’Europa, devo dire che le emozioni che ho vissuto in Francia nel 2016 resteranno indimenticabili“.