Parla Salvatore Esposito il Genny Savastano della serie Tv: ” stavo portando Ibra al Napoli grazie a gomorra”.
Di: Dario Sarnataro il Mattino
Genny Savastano stavo portando Ibra al Napoli grazie a gomorra
«E pensare che stavo portando Ibra al Napoli grazie a gomorra». L’attore Salvatore Esposito, grande tifoso del Napoli e protagonista della serie tv nel ruolo di Genny Savastano, replica così a Frederic Guerra. Secondo il manager, Tolisso e Gonalons avrebbero rifiutato il Napoli perché spaventati dalle scene viste in «Gomorra».
«Stupidaggini. Credo siano solo scuse per nasconderei reali motivi del rifiuto o del mancato accordo col Napoli. Non posso credere che siano motivazioni vere. È una questione di intelligenza e di cultura.
È ovvio che “Gomorra”è una fiction e che rappresenta, sempre con il linguaggio delle serie tv, solo uno spaccato di Napoli. Saranno state le solite “pezze a colori”, come diciamo noi in dialetto, per celare i veri motivi».
Gomorra ha tanti fan anche in Francia…
«Sì, ha avuto un grande successo. E quando ho reso visita l’anno scorso al Paris Saint Germain per poco non convincevo Ibrahimovic a venire a Napoli, proprio perché Zlatan è un grande ammiratore della serie e del mio personaggio.
Ma anche Boateng e i francesi del Napoli Ghoulam e Koulibaly sono fan sfegatati:mi fecero anche registrare un video di saluto ai propri familiari con le battute di Genny».
Tolisso e Gonalons hanno perso un’occasione.
«La cosa mi fa ridere. In tutto il mondo ci sono le serie tv che rappresentano crimini e misfatti. Anche in Francia ci sono tante fiction legate alle banlieu disagiate ma non per questo tutti scappano.
E in ogni caso non mi sembra che provengano da città o quartieri in cui non esiste criminalità. Lione stessa non è un’oasi felice. È una città con virtù, difetti e problemi di legalità come tante. Come la nostra Napoli».
Sta di fatto che il Napoli aveva praticamente chiuso per entrambi.
«Ha preso altri centrocampisti anche più forti. E comunque per giocare a Napoli servono attributi e personalità. Forse erano spaventati dalle aspettative di una piazza calorosa ed esigente come la nostra. Non è da tutti giocare a Napoli. Peggio per loro».