Gazzetta destabilizza: “Osimhen non torna a Napoli, compagni irritati”. La versione ufficiale

Secondo il quotidiano sportivo c'è malumore nello spogliatoio azzurro

La corsa scudetto si accende con le due milanesi e la Juventus a contendersi il titolo, tra queste c’è il quarto incomodo che è il Napoli. Una protagonista che non piace proprio a tutti, ma non solo in termini di simpatia, ma anche di business. Basti pensare che il direttore di Gazzetta ha ammesso che il giornale dà più spazio a Milan, Inter e Juventus perché ha più lettori.
Quindi se vincono queste tre squadre sicuramente può far piacere ai lettori di Gazzetta e non solo. Ma il Napoli è in piena corsa per il titolo.

Oggi Gazzetta oltre a pubblicare un ampio approfondimento sul deferimento del Napoli per le plusvalenze, indicando perfino i costi reali delle contropartita tecniche. Il giornale in rosa presenta anche una sorta di malumore nello spogliatoio azzurro dovuto al mancato rientro di Osimhen a Napoli, dopo gli impegni con la Nazionale nigeriana. “Il nigeriano dovrebbe rientrare a Castel Volturno nella tarda mattinata di oggi, e qui il condizionale è d’obbligo visto i due giorni di ritardo già “accumulati”, avendo già giocato lo spareggio mondiale col Ghana martedì. Ufficialmente in casa Napoli sono tranquilli e assicurano che il centravanti abbia ricevuto un regolare permesso dal club per ottenere dei visti sul passaporto a Lagos, dato che comunque domani salterà per squalifica la trasferta di Bergamo. In realtà i dirigenti hanno cercato di farlo rientrare giovedì sera, come del resto ha fatto Koulibaly, anche lui in campo in Senegal, alla stessa ora di Osimhen”.

Poi Gazzetta aggiunge: “Da radio spogliatoio emerge qualche disappunto per il comportamento di Victor, che nemmeno stamattina – se arrivasse – farebbe in tempo ad allenarsi insieme alla squadra. (…) Sarebbe bello se oggi pomeriggio – seppur stanco dal viaggio – Osimhen salisse sul volo charter che porterà la squadra a Bergamo, per stare vicino alla squadra e dimostrare innanzitutto il rispetto dei compagni e dell’allenatore, e poi anche l’attaccamento alla società”.

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