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Ci sono incroci che somigliano più a un ritorno a casa che a una semplice partita. Roma-Napoli, racconta Antonio Giordano sulla Gazzetta dello Sport, sarà una sfida che coinvolgerà anche il cuore di Rasmus Hojlund. Nel tunnel dell’Olimpico, prima di scendere in campo, l’attaccante danese ritroverà Gian Piero Gasperini: un abbraccio inevitabile, gonfio di stima, affetto e ricordi.
Perché — come ricostruisce Antonio Giordano per la Gazzetta dello Sport — il primo Hojlund esploso in Italia porta la firma di Gasperini: un ragazzo appena maggiorenne che, con l’Atalanta, mise insieme dieci gol (nove in A, uno in Coppa Italia) e incantò abbastanza da spiccare il salto verso Manchester. Era la stagione delle notti magiche, del quinto posto conquistato alle spalle di Napoli, Lazio, Inter e Milan, davanti a Roma e Juventus, e dell’Europa League poi raggiunta l’anno seguente.
Ora Roma-Napoli diventa un crocevia emotivo e tecnico. Per Hojlund, spiega ancora Antonio Giordano sulla Gazzetta dello Sport, gli ultimi cinquantaquattro giorni (cinquantasei domenica) sono stati un deserto: nessun gol, poche fiammate, tante occasioni sfumate. Anche per merito — o colpa — di Mateusz Kochalski, il portiere del Qarabag autore di una serie di interventi prodigiosi, incluso il rigore parato al danese.
Il blackout
Hojlund aveva iniziato la stagione con quattro reti nelle prime sei partite: cinico, elegante, devastante. Poi il buio. Il tour de force l’ha svuotato, costringendolo a saltare PSV, Torino e Inter. Il calo fisico ha inciso, quello mentale forse anche di più: la clamorosa sconfitta in Scozia ha lasciato strascichi profondi.
Ma soprattutto — sottolinea Antonio Giordano sulla Gazzetta dello Sport — a mancare è stato Kevin De Bruyne. La loro intesa, quella capacità di verticalizzazioni immediate, di scambi letali a campo aperto, è stata il vero motore del primo Napoli offensivo di Conte.
Un Hojlund diverso
Eppure qualcosa è cambiato. L’attaccante, scrive ancora Antonio Giordano per la Gazzetta dello Sport, ha imparato a muoversi dentro i meccanismi di Conte: si è trasformato, ha assorbito movenze alla Lukaku, gioca per i compagni, apre spazi, trascina fuori gli avversari. La volée che ha mandato in porta Neres contro l’Atalanta è un esempio di una nuova identità tattica che chiede sacrificio e regia offensiva.
Restano però i numeri: cinquantasei giorni senza gol, quasi due mesi senza ritrovare la scintilla.
La partita perfetta per rinascere
Domenica, però, all’Olimpico, arriva la sfida più simbolica. Quale occasione migliore, conclude Antonio Giordano sulla Gazzetta dello Sport, per dimostrare al suo primo maestro che certe lezioni non si dimenticano? Gasperini lo conosce come pochi, ma proprio per questo Roma-Napoli può diventare la notte giusta per ritrovare il vero Hojlund.