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Riaprire le ali. E questa volta non richiuderle più. Il Napoli riparte da David Neres, dall’uomo che ha restituito furore, fantasia e convinzione ai campioni d’Italia. Come racconta Vincenzo D’Angelo sulla Gazzetta dello Sport, la Supercoppa italiana ha segnato il ritorno prepotente del vero Napoli, quello affamato e dominante, trascinato da un protagonista che un anno fa aveva già lasciato il segno nella corsa scudetto.
Per Neres è stato un lungo silenzio prima della rinascita: 322 giorni senza gol, dal 4 gennaio al 22 novembre. Un’assenza pesante dal tabellino, compensata solo dalla partecipazione alle vittorie e alle celebrazioni di squadra. Poi la svolta. Tre gol in quattro giornate di campionato, sei reti in nove partite ufficiali considerando anche la Supercoppa. Numeri che, come sottolinea ancora la Gazzetta dello Sport, raccontano il ritorno di un leader tecnico nel momento di massimo bisogno.
Il brasiliano ha ripreso in mano il Napoli con il suo repertorio inconfondibile: accelerazioni in campo aperto, dribbling secco, capacità di creare superiorità e di inventare tra le linee. È così che Neres è tornato a essere decisivo, riaccendendo il motore azzurro proprio quando la squadra cercava nuove certezze per sentirsi ancora da scudetto, come evidenzia Vincenzo D’Angelo sulla Gazzetta dello Sport.
Il film, in parte, ricorda quello della scorsa stagione. Anche allora David si accese all’improvviso, a inizio dicembre, sfruttando l’assenza di Kvaratskhelia. A Udine fu una trottola imprendibile, simbolo di una rimonta che fece capire a tutti il suo peso specifico. Lì arrivò anche la celebre esultanza a braccia aperte, omaggio al corvo nero e ai giorni spensierati trascorsi a giocare per strada a San Paolo. Una settimana dopo, a Genova, altro show con l’assist per Anguissa. Poi l’esplosione definitiva tra Firenze e Bergamo: gol, assist e giocate sempre concrete, mai fini a se stesse, come ricorda ancora la Gazzetta dello Sport.
Oggi il contesto è diverso, ma la sensazione è la stessa: sono tornati i giorni di Neres. E per il Napoli questo può significare la svolta della stagione, in attesa del rientro di Lukaku, non convocato per la sfida di Cremona. Lo scorso campionato il brasiliano aveva chiuso con appena due reti; in questa stagione è già a quota tre in Serie A, tutte concentrate nell’ultimo mese, a cui si aggiungono i tre gol pesantissimi messi a segno a Riad, decisivi per la conquista della Supercoppa, come sottolinea Vincenzo D’Angelo sulla Gazzetta dello Sport.
Adesso, però, inizia un’altra corsa. Il Napoli di Supercoppa ha impressionato tutti, ma il difficile viene ora: serve continuità per restare agganciati al treno scudetto e cominciare a mettere pressione alle rivali. E soprattutto serve invertire il trend in trasferta, dove gli azzurri hanno lasciato troppi punti, compresa l’ultima caduta di Udine prima del trionfo arabo. L’ultimo successo esterno, però, è un segnale forte: l’1-0 in casa della Roma capolista, firmato proprio da Neres, ha dimostrato che la squadra di Conte sa ragionare da grande nelle notti che contano, come evidenziato dalla Gazzetta dello Sport.
Il talento di Neres non è mai stato in discussione. Ma ora emerge con forza il lavoro di Antonio Conte. Il tecnico ha convinto il brasiliano a mettere il sacrificio davanti a tutto, trasformandolo in un giocatore totale. Il gol del 2-0 al Bologna in Supercoppa è il manifesto di questa evoluzione: pressione feroce, aggressione alta, fame di arrivare prima sull’avversario e poi il tocco da fuoriclasse, da brasiliano cresciuto a pane e pallone. Da esterno offensivo a trequartista puro, più vicino alla punta, libero di scambiare e inventare. Conte gli ha cucito addosso l’abito migliore.
Ora Neres dovrà indossarlo anche a Cremona. Per continuare a volare. E per spingere il Napoli, ancora una volta, verso il sogno scudetto.