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Come ricostruito da Vincenzo D’Angelo sulla Gazzetta dello Sport, Antonio Conte è tornato a Castel Volturno senza proclami, dopo il permesso concordato con la società. Un rientro silenzioso, quasi invisibile, ma che fa comunque rumore: è il primo contatto con il campo dopo lo sfogo durissimo di Bologna, quando denunciò una squadra «che non è più squadra» e parlò di preoccupazione profonda.
Secondo Vincenzo D’Angelo sulla Gazzetta dello Sport, Conte ha trascorso i giorni successivi a Torino tra famiglia e riflessioni, restando però in costante collegamento con Aurelio De Laurentiis e il direttore sportivo Manna. Nessun vertice, nessun summit: la società è con l’allenatore, ora tocca a lui riportare il Napoli sulla rotta giusta.
Una normalità che sa di eccezione
Il ritorno di Conte, racconta ancora Vincenzo D’Angelo nella Gazzetta dello Sport, non ha generato discorsi individuali o riunioni improvvisate. A Castel Volturno mancavano quasi tutti i nazionali, e sarebbe stato inutile tentare un confronto a mezzo gruppo. Conte ha pranzato con lo staff, ha atteso i presenti e poi ha diretto l’allenamento come se nulla fosse.
La resa dei conti arriverà più avanti, quando il gruppo sarà al completo. È allora che il tecnico chiuderà le porte dello spogliatoio per parlare al cuore e alla testa dei suoi giocatori, come fece un anno fa.
Oggi rientrano Di Lorenzo, Politano, Buongiorno: senatori e punti di riferimento. Un primo colloquio potrebbe già avvenire.
Spinazzola in ripresa, Gilmour più indietro
Come segnala Vincenzo D’Angelo sulla Gazzetta dello Sport, l’infermeria resta affollata: Spinazzola migliora, anche se non è ancora al top; per l’Atalanta è più sì che no. Gilmour invece è più no che sì e punta al Qarabag o alla Roma. Recuperi da gestire con cautela, perché il Napoli ha già pagato carissimo ogni accelerazione.
Tra tregua e necessità di ripartire
Conte, oggi, sembra vivere una sorta di tregua armata con la squadra. Il momento non permette altre scosse: bisogna ricompattarsi, non rivangare errori. Fino a Bologna, ricorda D’Angelo, il Napoli era comunque in testa nonostante assenze e brillantezza intermittente. Ma ora, con l’infortunio di Anguissa, la situazione è persino peggiorata.
La sfida con l’Atalanta — ipotesi 4-3-3 con Elmas e Neres — diventa un match-verità. Una gara dal peso specifico enorme, che intreccia paradossi della storia: il primo Conte in Serie A fu proprio con la Dea, e finì con un addio dopo un k.o. interno contro il Napoli.
Serve un segnale, subito
Il clima acceso ha portato persino alla circolazione della parola “dimissioni”, al punto da costringere De Laurentiis a un intervento ufficiale: un post per confermare piena fiducia nell’uomo e nell’allenatore.
Ora però tocca alla squadra rispondere: tra Atalanta, Qarabag e Roma si gioca una fetta enorme di stagione. È un passaggio decisivo, tecnico ed emotivo, che può restituire serenità o aprire scenari complessi.
Lo ricorda una volta di più Vincenzo D’Angelo sulla Gazzetta dello Sport: il Napoli ha bisogno di un segnale. Forte, immediato, credibile. Ora.