... ...

Se non fosse così fastidiosa e pesante, forse i tifosi del Napoli riuscirebbero persino a sorridere. Invece la “serie” delle trasferte da incubo continua a tormentare i campioni d’Italia. Vincenzo D’Angelo, inviato a Udine per la Gazzetta dello Sport, racconta come il problema sia ormai evidente e strutturale, un virus che ha attecchito nella testa degli azzurri e che, al momento, sembra non avere cura.
Tutto comincia a metà settembre, in Champions League, nella notte di Manchester. Il Napoli regge un tempo contro il City, nonostante l’inferiorità numerica per l’espulsione di Di Lorenzo, affidandosi anche alle prodezze del portiere debuttante. Poi il guizzo di Haaland rompe l’equilibrio e innesca qualcosa che da allora accompagna la squadra di Conte. Come scrive Vincenzo D’Angelo sulla Gazzetta dello Sport, da quel momento nasce il “mal di trasferta”.
I numeri della stagione sono severi. Il Napoli ha già perso quattro partite di campionato, lo stesso numero dell’intero scorso torneo, ma siamo soltanto alla quindicesima giornata. A queste vanno aggiunte tre sconfitte europee senza punti, che pesano soprattutto sul piano mentale. Perdere a Manchester può starci, ma subire un 6-2 a Eindhoven contro il Psv o essere travolti a Lisbona dal Benfica è un’altra storia, sottolinea ancora Vincenzo D’Angelo sulla Gazzetta dello Sport.
Il contrasto è netto: in casa il Napoli viaggia a ritmi straordinari ed è l’unico club imbattuto del 2025 tra i top cinque campionati europei. Fuori, invece, fatica a riconoscersi. Il rischio, evidenziato dalla Gazzetta dello Sport, è che il rendimento esterno finisca per oscurare persino il fortino del Maradona, rendendo vano il record interno.
Antonio Conte non si nasconde e individua il nodo principale nella personalità. «Dobbiamo essere più bravi a gestire alcune situazioni quando siamo in difficoltà, senza perdere coraggio e senza farci sopraffare», ha spiegato il tecnico, come riportato da Vincenzo D’Angelo sulla Gazzetta dello Sport. La cura, però, non è immediata: «È un aspetto difficile su cui lavorare. Serve carisma, voglio aiutare questi ragazzi a crescere anche sotto questo profilo».
Le sconfitte in trasferta contro Torino, Bologna e Udinese hanno un filo conduttore evidente. Tolto il ko di San Siro con il Milan, sono tutte maturate nello stesso modo: Napoli assente soprattutto nella ripresa, senza reazione, senza orgoglio. Come sottolinea ancora la Gazzetta dello Sport, è mancata la voglia di non perdere, quella scintilla che distingue le squadre di carattere.
Il successo dell’Olimpico contro la Roma è rimasto un’illusione isolata. Ora serve continuità, magari proprio partendo dalla Supercoppa di Riad, che di fatto è un’altra trasferta, e poi dalla chiusura del 2025 sul campo della Cremonese. Il tempo delle brutte figure deve finire qui, conclude Vincenzo D’Angelo sulla Gazzetta dello Sport: il Napoli ha ancora tutto in mano, ma deve ritrovare sé stesso anche lontano da casa.