... ... ... ...

... ...
Aperturedestra

Gazzetta dello Sport: “Napoli feroce”

Il Napoli torna a casa. Prima Conte è tornato a Torino per il suo “Aventino personale”, poi il Napoli è tornato in testa alla classifica. Due tappe della stessa rivoluzione: un esame di coscienza collettivo, voluto dal tecnico, che ha generato una scossa etica ancor prima che tecnica. Il risultato: due vittorie pesanti contro Atalanta e Roma, che riconsegnano agli azzurri il vertice della Serie A accanto al Milan, alle spalle un’Inter piegata e una Roma sorpassata.

Una squadra di nuovo feroce, compacta, sporca quando serve. Quel Napoli che aveva perso brillantezza e certezze, ora è tornato a esibire l’ossessione difensiva e l’intensità del periodo pre-scudetto. Contro la Roma è arrivato il quinto clean sheet, e soprattutto un successo dal peso doppio, ottenuto con una rosa decimata.

Neres decisivo e il nuovo Napoli “verticale”

Il gol partita è di David Neres, uomo-copertina della metamorfosi azzurra. Il tridente leggero, affamato e verticale è stata la chiave. Conte ha svoltato quando ha rinunciato all’idea di “spalmare” tutto il talento in campo — la squadra si era spesso ingolfata — e ha scelto di liberare campo, correre, ripartire, affidandosi alla velocità di Neres e Lang, troppo trascurati a inizio stagione.

È un Napoli più essenziale, più cattivo, più contiano. E i risultati lo premiano.

Roma, la peggior versione dell’anno

Dall’altra parte, la Roma ha vissuto la serata più grigia della stagione.
Gli uomini di Gasperini hanno sbagliato tantissimo tecnicamente, perdendo brillantezza, idee e identità. Soulé irriconoscibile, Dybala impalpabile, Ferguson nullo. Nei duelli, nelle seconde palle, nell’intensità: la Roma è mancata ovunque.

Un dato però emerge chiaro: questa squadra non è ancora abituata all’aria rarefatta dell’alta quota. Per difendere il primato serve abitudine, mentalità, sofferenza. Il Napoli — 2 scudetti in 3 anni — quella familiarità ce l’ha. La Roma no.
E senza Gasperini a bordocampo, in tribuna per squalifica, è mancato anche il suo fuoco.

La partita: Roma lenta, Napoli feroce

Il Napoli parte con un 3-4-2-1 speculare a quello della Roma, ma con un’interpretazione completamente diversa:

Neres e Lang larghi, pronti a cambiare fascia;

ricerca ossessiva della profondità alle spalle di una Roma alta;

Hojlund come perno, Lang e Neres come coltelli.

Dopo due avvisi — Lang al 9’, Di Lorenzo al 18’ — arriva il gol al 36’: contrasto dubbio Rrahmani-Koné, l’arbitro lascia correre, e da lì si scatena la ripartenza contiana perfetta: Hojlund apre, Neres scappa, Cristante troppo lento, tocco morbido, 0-1.

Nel secondo tempo Gasperini cambia tutto: Baldanzi, poi Dybala, poi El Aynaoui. Ma la Roma è lenta, imprecisa, scolorita.
Il Napoli è invece un organismo perfettamente compatto, “a pancia vuota”, concentrato come mai.
L’unica vera occasione giallorossa arriva al 90’: Milinkovic-Savic salva su Baldanzi.

Conte vola verso la Juve: «Momento da elmetto»

La vittoria lancia gli azzurri verso il doppio appuntamento:

Coppa Italia, mercoledì, contro il Cagliari.

Il grande ritorno di Spalletti a Napoli nel prossimo turno di campionato.

Conte intanto predica umiltà: è “un momento da elmetto”, dice, perché gli infortuni sono tanti e il livello richiesto è altissimo. Ma il messaggio, lanciato all’Olimpico, è chiaro: questo Napoli può tutto.

Roma, una notte che brucia ma fa crescere

I giallorossi hanno più del doppio dei punti rispetto alla scorsa stagione (27 contro 13). È una caduta pesante, ma una di quelle che forgiano.
Notti così ti mostrano quanto manca per diventare grandi davvero.
Roma non è stata costruita in un giorno. E neanche la Roma.

Share
Published by
redazione