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Re per una notte, nel tempio di Diego Armando Maradona. Rasmus Hojlund non avrebbe potuto scegliere occasione migliore per segnare la sua prima rete davanti al pubblico azzurro. Come sottolinea Vincenzo D’Angelo sulla Gazzetta dello Sport, il danese ha spiegato in una serata di Champions perché il Napoli ha deciso di puntare con forza su di lui dopo l’infortunio di Lukaku. Serviva un attaccante esperto di certi palcoscenici, capace di reggere la pressione di una città che vive di calcio: Hojlund ha dimostrato di esserlo.
Le cifre in Champions parlano per lui: cinque reti in sei presenze con lo United, numeri che la Gazzetta dello Sport ricorda come un biglietto da visita importante per un attaccante che ama esaltarsi quando il livello sale. Con la doppietta allo Sporting, Rasmus si è trasformato in quel centravanti devastante che Conte aveva già plasmato ai tempi dell’Inter con Lukaku. Lo stesso tecnico, a fine partita, ha dichiarato: «Ha qualità importanti, tocca a me farlo diventare un crack».
Come evidenzia ancora D’Angelo sulla Gazzetta dello Sport, Hojlund è un “giovane vecchio”: a soli 22 anni vanta già una solida esperienza internazionale. A Napoli ha trovato la guida di Conte e un maestro speciale come De Bruyne, pronto a servirgli palloni con tempi perfetti. Certo, il paragone con Haaland alza l’asticella, ma Rasmus ha accolto la sfida senza paura, incarnando la filosofia contiana fatta di lavoro, sudore e sacrificio.
Il danese ha già mostrato una varietà di colpi notevole: destro, sinistro, colpi di testa, progressioni palla al piede. «Forse persino più pronto di Cavani al suo arrivo a Napoli», scrive la Gazzetta dello Sport, anche se non ancora ai livelli di Higuain quando arrivò dal Real Madrid. La differenza, però, è la personalità: Hojlund non vuole assomigliare a nessuno, vuole scrivere la sua storia.
Napoli ha trovato il suo numero 9: potenza, classe e gol. Per i 50 milioni investiti, il club e la città sognano in grande, e Rasmus ha già bussato alle porte del club dei fuoriclasse.