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Su Cremona e sull’intero campionato si staglia la figura imponente di Rasmus Hojlund. Il centravanti danese oscura perfino il Torrazzo e ridisegna lo skyline del Napoli, che torna al terzo posto, tiene il passo delle milanesi e rimanda l’assalto della Juventus. È l’immagine scelta da Alex Frosio sulla Gazzetta dello Sport per raccontare una vittoria netta, maturata ancora una volta grazie al peso specifico del numero nove.
Due “pastiglie” di Hojlund e passa il mal di trasferta dei campioni d’Italia, accusato pesantemente a Udine e già attenuato in Arabia Saudita. Da Riad, Antonio Conte ha riportato la Supercoppa italiana e una formazione confermata in undici undicesimi, che replica anche il risultato: terzo 2-0 consecutivo dopo Milan e Bologna. Come sottolinea Alex Frosio sulla Gazzetta dello Sport, se in Arabia era stato Neres a illuminare la scena, a Cremona tocca a Hojlund prendersi tutto il palcoscenico.
Resta aperto il confine tra esaltazione e dipendenza, ma è evidente quanto il Napoli poggi sul suo centravanti, non solo in termini realizzativi. Era già accaduto con Romelu Lukaku, perno del gioco di Conte e fondamentale per risalire il campo. Hojlund fa lo stesso, forse con maggiore velocità, vincendo nettamente il duello fisico con Baschirotto. E non è un caso che sotto la guida di Conte i centravanti trovino la loro massima espressione: come ricorda Alex Frosio sulla Gazzetta dello Sport, il miglior Lukaku si è visto proprio con il tecnico pugliese, e oggi Rasmus sta diventando un attaccante totale, con margini di crescita impressionanti a soli 22 anni.
Il primo gol è un manifesto del suo percorso: attacco della profondità con i tempi giusti, duello aereo, rapidità nel fiondarsi sul pallone vagante dopo il tiro di Spinazzola e conclusione di destro, nonostante il sinistro sia il suo piede preferito. Un concentrato di tecnica, fisicità e istinto che sintetizza il lavoro di Conte sulla “materia prima”, come evidenzia ancora la Gazzetta dello Sport.
Il vantaggio immediato spegne le velleità della Cremonese, partita con l’idea di testare eventuali scorie fisiche e mentali del Napoli reduce dal trionfo di Riad. Un tiro dalla distanza di Terracciano e una deviazione alta di Bianchetti restano le uniche vere occasioni dei grigiorossi. Intorno alla strapotenza di Hojlund, Conte ha ricostruito un Napoli di provata solidità. La mediana Lobotka-McTominay garantisce cervello e muscoli: lo scozzese cresce con il passare dei minuti, allunga il raggio d’azione e diventa decisivo anche nell’azione del 2-0, attirando su di sé tre difensori e liberando il danese, alla seconda doppietta del mese dopo quella rifilata alla Juventus.
Nella ripresa emerge un’ulteriore evoluzione: Hojlund e McTominay si scambiano palloni e responsabilità offensive, mentre la difesa rimbalza quasi tutto. La Cremonese deve arrendersi alla differenza di cilindrata. Vardy, poco assistito, non supera mai i bastioni Rrahmani-Juan Jesus; i tentativi tattici di Nicola producono solo conclusioni velleitarie. Il bilancio finale parla chiaro: pochi tiri, nessun gol e tre partite consecutive a secco. Come conclude Alex Frosio sulla Gazzetta dello Sport, il Napoli invece vola, forte di un centravanti che definisce il presente e illumina il futuro.