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NAPOLI – L’unità anticrisi è già al lavoro. Come scrive Vincenzo D’Angelo sulla Gazzetta dello Sport, il Napoli di Antonio Conte non aveva mai mostrato, finora, crepe così evidenti. Fragilità che hanno incrinato la solidità difensiva — un tempo marchio di fabbrica — e aperto interrogativi profondi sulla direzione tattica intrapresa.
Il dato più eloquente, spiega D’Angelo sulla Gazzetta dello Sport, è quello dei gol subiti: la squadra incassa reti da otto partite consecutive, praticamente da settembre parte sempre da uno svantaggio. Un campanello d’allarme per Conte, che ha ammesso di voler costruire un Napoli più “europeo”, capace di segnare un gol in più dell’avversario, ma che finora fatica a reggere il nuovo equilibrio.
Il nodo centrale, però, ruota attorno a un nome: Kevin De Bruyne. È lui la risorsa da valorizzare o il problema tattico da risolvere?
De Bruyne, un fuoriclasse fuori contesto
Come sottolinea la Gazzetta dello Sport, inserire un fuoriclasse del calibro di De Bruyne ha costretto Conte a cambiare pelle alla squadra. Ma il belga non è ancora riuscito a incidere come ci si aspettava. La condizione fisica non ottimale e un’idea di calcio diversa da quella a cui era abituato al City — basata sul dominio del possesso e sulla costante proiezione offensiva — ne stanno limitando l’impatto.
«In Inghilterra gestiva ritmi e tempi, qui deve adattarsi a una filosofia diversa», scrive Vincenzo D’Angelo sulla Gazzetta dello Sport, evidenziando come il calcio italiano richieda ancora attenzione difensiva e disciplina tattica. E se è vero che il “prima non prenderle” non è più una regola, resta valido il principio per cui vince chi subisce meno.
L’assenza di Lobotka e il crollo dell’equilibrio
Secondo D’Angelo sulla Gazzetta dello Sport, il vero cortocircuito è arrivato con l’assenza di Lobotka, il centro di gravità di Conte. Senza di lui, il Napoli ha perso ordine e geometrie, finendo per sfilacciarsi anche mentalmente. La convivenza tra De Bruyne e McTominay — due giocatori abituati a occupare spazi simili — resta un tema caldo: il tecnico ha provato a compensare cercando ampiezza con i terzini, ma la squadra continua a concedere troppo dietro.
«Per giocare con i quattro centrocampisti abbiamo dovuto cercare l’ampiezza con il terzino», ha spiegato Conte, aprendo alla possibilità di un nuovo assetto. Potrebbe profilarsi, scrive la Gazzetta dello Sport, un ritorno al centrocampo a tre o un avanzamento di De Bruyne in posizione più offensiva.
Riequilibrare il Napoli senza snaturarlo
L’obiettivo resta chiaro: recuperare solidità senza rinunciare alla qualità. Ma rinunciare a De Bruyne sarebbe un azzardo. «Messo nel contesto giusto, è sempre un valore aggiunto», conclude Vincenzo D’Angelo sulla Gazzetta dello Sport. Per riuscirci, Conte dovrà trovare la sintesi tra il pragmatismo che l’ha reso vincente e il nuovo calcio “europeo” che vuole costruire.