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L’ex Napoli Massimo Russo accoltella rivale. Il gip del tribunale di Napoli ha convalidato il fermo, è accusato di tentato omicidio. Massimo Russo ha giocato nel Napoli nel 2002: giocatore di belle speranze ha avuto una carriera fermata da un infortunio.
Un fidanzamento finito e un ex che vuole chiarimenti. Si fa accompagnare dal fratello al centro estetico dove lavora la giovane donna, lui è stato una promessa del calcio che, dopo un grave infortunio, ha dovuto abbandonare lo sport professionistico, carriera, sogni. E’ Massimo Russo, ex terzino di scuola Napoli stroncato da un infortunio a caviglia, tibia e perone durante la partita Napoli-Cosenza di serie B 2002-2003. E’ lo stesso Massimo Russo, 37 anni, che due giorni fa, insieme allo zio cinquantaduenne Giovanni, ha accoltellato l’ex fidanzato della sua attuale compagna che è anche sua cugina. Tutto sotto gli occhi di passanti e curiosi, davanti a un centro estetico di via Miroballo al Pendino, a pochi metri dalle riprese del film “L’Amica geniale”.
Russo era stato subito fermato dalle volanti del vice questore Michele Spina. Ieri il gip ha convalidato gli arresti e disposto la custodia cautelare in carcere, grazie anche alla ricostruzione degli eventi ripresi dalle telecamere di videosorveglianza. Accusa gravissima, per l’ex calciatore e per suo zio: tentato omicidio aggravato. Le coltellate inferte dai due hanno mandato in ospedale i due fratelli – uno dei due ex fidanzato della compagna di Russo – feriti al petto e allo stomaco e portati in ospedale in gravi condizioni anche se non in pericolo di vita.
C’era già un episodio, più lieve. Accadde nel 2015. Allora di nuovo in campo con l’Eccellenza – il Procida Calcio – era stato messo fuori rosa per aver aggredito un autista dell’Eav che lo aveva multato perché non aveva obliterato il biglietto. Di qui la lite. L’autista riportò un trauma cranico e una emorragia subaracnoidea. Solo le scuse nero su bianco di Russo convinsero il Procida Calcio a reintegrarlo. Ma stavolta, con una accusa di tentato omicidio, è tutto terribilmente più cupo.