Disastro Samuel Eto’o: condannato a 2 anni di carcere | Nessuno sconto dal Tribunale

Samuel Eto'o (lapresse) - napolipiu

Samuel Eto'o (lapresse) - napolipiu

Una delle leggende più luminose del calcio mondiale è finita in un tunnel giudiziario senza uscite.

Quando si parla di Samuel Eto’o, si parla di grandezza. Di gol, di trofei, di imprese entrate nella storia del calcio. L’attaccante camerunese ha saputo imporsi in ogni contesto, dalle sfide infuocate della Liga ai palcoscenici europei della Champions League, fino al trionfo con l’Inter di Mourinho. Ma se sul campo il suo talento era indiscutibile, fuori dal rettangolo verde le ombre non sono mancate.

Nato il 10 marzo 1981 a Douala, in Camerun, Eto’o si è costruito una carriera che definire straordinaria è poco. Tre Champions League vinte, due Coppe d’Africa, un oro olimpico, quattro premi come miglior calciatore africano dell’anno e una pioggia di titoli in Spagna e in Italia.

È l’unico giocatore nella storia del calcio ad aver realizzato il triplete in due stagioni consecutive e con due squadre diverse: Barcellona e Inter. Una leggenda vivente, per molti il miglior calciatore africano di sempre.

In nazionale ha scritto pagine indimenticabili, diventando il capocannoniere assoluto del Camerun con 56 gol in 118 presenze e partecipando a quattro edizioni dei Mondiali. Dal 2021, è anche presidente della Federazione calcistica del Camerun, ruolo che lo vede oggi impegnato nella promozione del calcio africano.

Il successo non basta a salvarlo

Tutto questo, però, non è bastato a tenerlo lontano dai guai. Proprio mentre continua il suo impegno nel mondo del calcio come dirigente, Eto’o è stato travolto da una sentenza pesantissima. L’ex attaccante, infatti, è stato condannato a 22 mesi di reclusione dal tribunale spagnolo, per evasione fiscale legata ai suoi anni al Barcellona, tra il 2006 e il 2009.

Nel mirino degli inquirenti sono finite operazioni relative alla cessione dei suoi diritti d’immagine, venduti alla Puma e allo stesso club blaugrana. Guadagni milionari che, però, secondo l’accusa non sono mai stati dichiarati correttamente. In particolare, Eto’o avrebbe aggirato il fisco spagnolo tramite due società di comodo — una in Ungheria e una in Spagna — che gli permettevano di pagare tasse irrisorie. Il danno stimato allo Stato ammonta a quasi 4 milioni di euro.

Eto'o (lapresse) - napolipiu
Eto’o (lapresse) – napolipiu

La confessione e la condanna

In tribunale, Eto’o ha riconosciuto le sue colpe: «Riconosco i fatti e pagherò. Ma all’epoca ero solo un bambino e facevo quello che mio padre mi diceva di fare», ha dichiarato con amarezza. Una dichiarazione che non è bastata per evitare la condanna, seppur sospesa. Eto’o ha infatti accettato di pagare oltre 7 milioni di euro, tra somme evase e sanzioni, per chiudere il procedimento.

Ma la vicenda ha avuto anche un altro protagonista: Josè Maria Mesalles, l’ex agente del calciatore. Secondo Eto’o, sarebbe stato lui il vero responsabile della truffa fiscale e di una gestione opaca dei suoi beni. Per questo, l’ex centravanti ha intentato una causa contro Mesalles, accusandolo di appropriazione indebita. Anche per lui, la giustizia ha parlato: un anno di carcere e una multa da 905mila euro.