Diritti Tv e calcio: quando in Europa si guadagna più che Italia

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La stagione calcistica 2022 è appena iniziata e con lei la questione della corsa ai diritti televisivi. Perché si sa: non c’è pallone senza diritti tv e le negoziazioni per la vendita dei diritti televisivi sono sempre molto delicate. D’altronde stiamo pur sempre parlando di un sistema centralizzato tra sport ed economia. Così come è chiaro che la questione riguardante le trasmissioni delle partite assuma un ruolo centrale nel mondo del pallone.

Un asset che riguarda sia i club che ovviamente cercano di massimizzare le vendite incassando così il più possibile, sia per quello che concerne i tifosi, che ogni tre anni almeno sono costretti ad inizio campionato nel cercare di capire chi trasmetterà le partite studiando quale sia l’abbonamento migliore da attivare. Insomma, una questione non di poco conto, né di pochi conti considerando il valore economico delle offerte.

I diritti tv in Europa

E proprio per quello che riguarda la questione dei diritti televisivi come funzionano le quotazioni ed i ricavi che ne derivano per campionati e club? Con uno sguardo all’Inghilterra e osservando in particolare  la Premier League ci si rende conto da subito osservando i numeri, come questa abbia creato un vuoto rispetto alle sue colleghe.

In ben 10 anni di calcio la Premier subisce una crescita che la vede passare a circa 2,776 miliardi dovuti alla maggiorazione dei ricavi a stagione rispetto ai 398 milioni registrati dalla Serie A, spodestata dal podio sia dalla forte crescita della Liga spagnola che della Bundesliga tedesca.

A conferma di quali  siano i proventi di ogni stagione, ecco la lista completa per ogni campionato:

  1. Premier League – 4,126 miliardi di euro (+2,7 miliardi in dieci anni)
  2. Liga spagnola – 2,047 miliardi di euro (+1,1 miliardi in dieci anni)
  3. Bundesliga – 1,460 miliardi di euro (+997,8 milioni in dieci anni)
  4. Serie A – 1,127 miliardi di euro (+398 milioni in dieci anni)
  5. Ligue 1 – 704,5 milioni di euro (+115 milioni in dieci anni)

Nonostante il calcio sia lo sport più seguito in Italia anche in streaming, come dimostra l’infografica di ExpressVPN dove il calcio risulta come lo sport più cercato online e gli scorsi Europei come uno degli eventi più seguiti nel paese, la Serie A nostrana sta molto indietro rispetto alle altre competizioni nazionali, visto che siamo solo sopra la Ligue 1 francese.

Ma se volessimo andare ancora più in profondità e guardare al panorama sportivo internazionale  la premier League nel ciclo che inizia da quest’anno e che terminerà nel 2025 ha incassato molto di più all’estero che dai servizi di Broadcasting interni: 2,103 miliardi dal mondo e solo 2,023 dall’Inghilterra. Numeri da capogiro che fanno riflettere come funzioni oggi l’intrattenimento calcistico rispetto ad altri fattori. Difatti la crescita del campionato inglese ha surclassato anche NFL e NBA concedendosi dunque il primato di fenomeno sportivo mondiale.

Cosa significano queste distanze?

Oggi il campionato inglese, possiamo affermarlo con certezza anche grazie all’ausilio dei dati appena mostrati, guadagna circa dieci volte più della nostra Serie A, la quale sta cercando di mettere in moto meccanismi che le permetterebbero di alzare l’asticella come, ad esempio, puntando al Medio Oriente e Nord Africa. Nella Premier, infatti, girano cifre da capogiro: l’ultima squadra in classifica prende 100 milioni solo dai diritti TV.

Certo è che la distanza che si percepisce tra Premier e la Lega Calcio italiana si può tradurre in meno competitività ed una strada sempre più in salita per i club del nostro paese. E anche qui i numeri sono una conferma in negativo: l’Inter ha incassato circa 84 milioni di euro rispetto a Juventus con 78 e Milan 77,8. Dunque, anche le squadre più seguite stanno subendo un drastico calo di ascolti.

Ma la criticità potrebbe derivare anche dai media ad oggi non troppo eccellenti nel servizio come DAZN, una piattaforma broadcast che già all’inizio di questo campionato ha fatto registrare qualche disservizio e lamentela (e già per i prossimi anni aumenta la competizione per sottrargli i diritti TV). Non proprio un perfetto biglietto da visita. Oppure nel sistema di calendarizzazione delle partite. Se è vero che ci si basa sempre sul modello inglese con il Monday Match o con le partite all’ora di pranzo è pur vero che forse in Italia non siamo ancora pronti.

E se calcio e diritti tv vanno di pari passo, l’Italia dimostra che per tornare in vetta nella classifica dei campionati più seguiti dovrà certamente effettuare un cambio di passo, aggiustando la mira. D’altronde oggi aumentare lo share vuol dire senza ombra di dubbio aumentare l’interesse e con loro anche il guadagno.

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