DeMa-DeLa, storia d’amore e di odio tra le due primedonne del San Paolo
Lo riporta il Mattino
È riscoppiata la pace tra DeMa eDeLa, tra il sindaco arancione e il presidente azzurro, tra Napoli e il Napoli. Luigi De Magistris,come san Paolo (apostolo) è stato folgorato sulla via di Fuorigrotta.Sì, ai lavori allo stadio. Sarà un impianto aperto a sport, cultura, musica, con museo e attività commerciali. È questo l’accordo con il patron del Napoli, Aurelio de Laurentiis. Fin ora erano divisi su tutto, tranne che sulla declinazione del cognome.Un genitivo di terza, con una superiorità di «i» a vantaggio del presidente. Siglato l’accordo, ieri sera, si sono di nuovo seduti fianco a fianco, in tribuna d’onore, DeLa con piumino blu, DeMa con cappotto scuro e sciarpa(non azzurra) al collo, a patire e a gioire per le giocate di Higuain e Callejon contro il Genoa, come ai tempi belli delle lune di miele.
Sempre a corrente alternata, comunque. Ora a eternare la rinata affinità elettiva c’è stata una ufficiale stretta dimano a beneficio dei fotografi. Anzi, di più, DeLa e DeMa si sono abbracciati e hanno concesso un ritratto posato, a tre, altro che i selfie di Renzi: presidente al centro tra il sindaco e il nuovo prefetto, Gerarda Maria Pantalone che a prescindere da tutto, ha confessato: «Finalmente posso tifare Napoli». Al gol del Pipita hanno esultato insieme, scattando all’unisono e alzando i pugni al cielo, contagiati dalla vittoria greca di Tsipras.
Ma piu’ modestamente era un Genoa per noi. DeLa e DeMa hanno seguito attentamente la partita, scambiandosi qualche opinione e imprecando all’unisono per il gol mancato di de Guzmàn e al pareggio(nellaripresa) di Falque per i rossoblù. E tornando a esultare per il rigore centrato daGonzalo. Durante l’intervallo il presidente era sceso negli spogliatoi per stare vicino ai giocatori, mentre il sindaco si era trattenuto nella saletta dei generi di conforto. Addio veleni.Grande cordialità, sorrisi, salamelecchi. Chi ha avuto ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato ha dato, scurdammoce ’o passato. Per quanto possa essere dimenticato, perché i due re di Napoli si sono sempre beccati con parole anche pesanti. L’ha ammesso, ieri stesso, de Magistris, che da tempo ha ammainato la bellicosa bandana, stanco di scassare. Con il presidente, ha confermato in un’intervista (ma sotto gli occhi e nelle orecchie di tutti), c’è stato un percorso fatto di cordialità,ma pure di scontro. Senza sconti, perché tra una partita e l’altra, tra una trasferta e una sfida casalinga, in questi tre anni tra i due Masanielli sono volate parole pesanti come macigni. Ora brilla il sole a dispetto del gelo atmosferico.
Al di là dei narcisismi che sono sfrenati, l’affare-San Paolo, secondo uno studio della Federico II, produce un indotto che vale circa 20 milioni a stagione. Il sindaco si è impegnato a consegnare lo stadio per i lavori già giugno e si è assicurato la possibilità di aprirlo, come non avviene più da tempo,ai concerti. Accordo al ribasso o meno, il leader arancione ha dovuto fare buonviso a buon gioco, anche se condotto con la veemenza solita di De Laurentiis che ha sempre amato gli attaccanti.
Proprio la possibilità di riportare la musica al SanPaolo ( a luglio sono attesi Vasco Rossi e Jovanotti),progetto che sta a cuore al fratello del sindaco Claudio, è stato, per lungo tempo il tallone di Achille di qualsiasi accordo, oltre naturalmente alla ripartizione delle spese.
Resta memorabile la sfuriata che il mago dei cinepanettoni è andata a fare direttamente a Palazzo San Giacomo, lo scorso novembre,quando per attenuare i suoi veementi toni non bastò lo spessore delle mura dell’antico edificio. Ora è tutto archiviato.
Con la speranza che quando vince il Napoli potrebbe vincere anche Napoli. Un futuro appeso a un pallone.