Il patron azzurro e la sua linea dura sui rinnovi: una lunga storia che ora coinvolge Kvaratskhelia
Aurelio De Laurentiis ha una frase che ormai è diventata un marchio di fabbrica: “Se va via, ce ne faremo una ragione“. Una dichiarazione che ritorna puntuale ogni volta che si presenta una trattativa difficile o un rinnovo complicato, e che sembra risuonare anche adesso, con Khvicha Kvaratskhelia al centro dell’attenzione.
Secondo quanto riportato, il talento georgiano, che tre anni fa ha firmato con il Napoli per un milione di euro a stagione, ora chiede un adeguamento sostanziale: ben 8 milioni di euro, stando alle richieste del padre. È una storia già vista, un copione che si ripete con lo stesso epilogo di sempre: un rinnovo che diventa complicato e che, inevitabilmente, porta il presidente del Napoli a lasciar intendere che il club può andare avanti anche senza.
Le storie di Mazzarri, Benitez e Sarri: lo schema di De Laurentiis
Non è la prima volta che De Laurentiis affronta situazioni del genere. Nel febbraio del 2013, Walter Mazzarri era incerto sul suo futuro, e il patron non esitò a dichiarare: “Se ritiene concluso il ciclo qui da noi…”. Risultato? Mazzarri lasciò il Napoli per l’Inter, pentendosene in seguito.
Anche con Rafa Benitez la storia non fu diversa. Poche ore prima della finale di Supercoppa a Doha, De Laurentiis lasciò intendere che se il progetto non gli fosse più piaciuto, il tecnico spagnolo avrebbe potuto tranquillamente andare via. Benitez lo fece, spinto anche dall’interesse del Real Madrid, ma l’esperienza con i Blancos durò ben poco.
Nel 2017, toccò a Maurizio Sarri. Il tecnico toscano, che come Kvara aveva firmato un contratto a cifre “minimal” da 700 mila euro, dichiarò che voleva diventare ricco col nuovo accordo. De Laurentiis rispose con la solita freddezza: “Se non sarà così, ne prenderemo un altro. Ce ne faremo una ragione”. E così arrivò Ancelotti, con uno stipendio che nei primi mesi superò quello guadagnato da Sarri in tre stagioni.
Il copione continua: da Cavani a Mertens, ora tocca a Kvaratskhelia
Ogni volta che c’è di mezzo un rinnovo o una trattativa, De Laurentiis sembra non riuscire a fare a meno di pronunciare la fatidica frase. È successo con Edinson Cavani, quando dichiarò: “Se rimane con noi sarò felicissimo, altrimenti ce ne faremo una ragione”. Cavani andò al PSG, e ora lo stesso club sembra interessato a Kvaratskhelia.
Anche Lorenzo Insigne e Dries Mertens sono stati protagonisti di situazioni simili. Insigne finì per trasferirsi al Toronto FC, mentre Mertens, nonostante la volontà di restare, non riuscì a trovare un accordo alle sue condizioni economiche. E ora è il turno di Zielinski e Osimhen, entrambi coinvolti in rinnovi complessi con lo stesso messaggio da parte del presidente: “Rimarrà, a meno di offerte più che indecenti”.
“Ce ne faremo una ragione”: una strategia rischiosa ma chiara
De Laurentiis sembra voler comunicare che il Napoli può andare avanti anche senza le sue stelle, ribadendo ogni volta la forza del club come entità autonoma rispetto ai singoli giocatori. “Ce ne faremo una ragione” è diventato una sorta di slogan, un messaggio che suona come una presa di coscienza: nessuno è indispensabile, il Napoli è più grande di chiunque.
Ma se da una parte questa strategia mostra il carattere deciso della società, dall’altra potrebbe generare incertezza tra i tifosi e instabilità in un ambiente che ha bisogno di certezze. La storia recente del Napoli ci insegna che, quando De Laurentiis pronuncia la sua frase cult, l’addio è spesso dietro l’angolo.