Al termine dell’assemblea di Lega Serie A De Laurentiis infuriato sui diritti tv. Il presidente del Napoli attacca Tavecchio e Infront.
ROMA- Al termine della riunione di lega, Aurelio De Laurentiis palesa alla stampa tutto il proprio disappunto su quanto concordato in assemblea. Ecco quanto evidenziato.
De Laurentiis infuriato sui diritti tv
«Abbiamo ottenuto offerte a dir poco mortificanti per un grande errore fatto da Tavecchio, Nicoletti e Infront, che è al suo ultimo mandato ma ci crea dei danni – ha detto il numero uno del Napoli –. Essere intorno ai 350, 355 o 360 milioni è molto ridicolo. Sapevo che avremmo aperto buste sufficienti per la fame di soldi di alcuni club ma che avrebbero impedito ai 5 più importanti di diventare competitivi nei prossimi quattro anni»
Il presidente del Napoli attacca Infront.
«Infront cura anche gli interessi della Figc, che quindi non andrà mai contro Infront. Dirà sempre ‘bravi, bene, fantastico!’. E tutti vissero felici e contenti. Non sono inc… ma deluso. De Siervo a capo di Infront l’ha messo Renzi, e con tutto il rispetto che ho per Renzi non credo che Luca Lotti sarebbe mai andato contro Infront. C’è tutto questo ingranaggio che fa faticare il calcio italiano».
Cambiare lo statuto
«Dobbiamo cambiare lo statuto, assumere un ad che si dedichi a migliorare la vendita dei diritti e massimizzare gli introiti e vendiamo prima? Cos’è questa fretta?».
Mi meraviglio che Inter e Milan ci cadano
«Già a Infront avevamo detto di non fare il bando per l’Italia perché non era il momento: ha disconosciuto il suggerimento e abbiamo fallito, ci ha creato un danno. Questi 350-360 milioni ci portano al baratro: il gap con i campionati stranieri aumenterà a dismisura. Visto quanto è aumentato il costo dei giocatori, non potremo acquistare più nulla. Mi meraviglio che Inter e Milan, comprate dai cinesi, cadano nel baratro di questo misunderstanding».
Diritti TV
«Il calcio italiano dovrà dire addio alla sua gloria per molti altri anni grazie questo caos che c’è. Lo dico serenamente, non con animosità o con astio. Verifico una constatazione, da uno che vive di licenza di diritti perché è quello che faccio da 45 anni nel cinema. Conosco i player e i territori di tutto il mondo, so che bisognerebbe lavorare territorio per territorio, broadcaster per broadcaster. È chiaro che le agenzie dicono ai broadcaster: ‘Tu non ti muovere, offri di meno, poi tanto li assegno a te i diritti tv’. Però insieme ai diritti del calcio assegnano i diritti che hanno su atletica, tennis, Formula 1, su cui hanno un tornaconto maggiore. Allora si fa presto a spostare cifre su contenuti diversi. E poi non voglio dire altro».
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