Da incubo a sogno: Cosi De Laurentiis ha trasformato il Napoli

Il calcio a Napoli era diventato un incubo ma nelle mani di De Laurentiis si è trasformato in un sogno. Così dalle ceneri del fallimento la società è rinata e si è arricchita.

Scrive Antonio giordano sul CdS

Il calcio a Napoli: Da incubo a sogno

Il calcio a Napoli e’ passato  incubo a sogno: perché al peggio c’è una fine e, nell’estate del 2004, accadde tutto ciò. C’era una volta: come nelle favole, c’è persino un lupo, o un vuoto, o il nulla dal quale il Napoli venne inghiottito, prima di sparire.
Quello fu un brutto sogno, un incubo, per scoprire che lo zero – dunque il niente più assoluto – s’è trasformato in quella ricchezza ch’è il patrimonio, non soltanto il fatturato.

 

Bilanci in attivo

Il Progetto  Napoli ora viene celebrato e utilizzato come modello, ma che ha richiesto rigore e quel decisionismo che Aurelio De Laurentiis ha dovuto utilizzare per «regalarsi» otto anni di bilanci in attivo («e adesso speriamo di vincere un altro scudetto, non solo questo virtuale e però anche virtuoso») e scongiurare, a priori e a prescindere, che si rischiasse l’incolumità economica d’un club che gode di ottima salute.

Duecento milioni

Zero euro in cassa, nel 2004 (ovviamente) e solo il titolo («e la forza d’un pubblico straordinario, meraviglioso»): ma adesso, il fatturato che ondeggia verso i duecento milioni di euro (erano centocinquantacinque nel giugno scorso) e ribadisce l’entità di un capolavoro sportivo & finanziario nato dalle ceneri.

Nelle mani di De Laurentiis

Il Napoli nelle mani di De Laurentiis ha battuto percorsi alternativi e ragionevoli, privilegiando l’area economica senza rinunciare – anzi – a quella squisitamente tecnico: il Napoli che da otto anni va in Europa, ha potuto fronteggiare (quasi) serenamente l’assenza per un biennio in Champions, s’è ricostruito da sé (anche) intorno alle cessioni, ha ringiovanito il talento in dotazione, non ha mai lesinato, né mai temuto per la propria condizione finanziaria.

La Grande Famiglia

La Grande Famiglia che comanda il Napoli è in realtà è una cerchio ristrettissimo, che ruota intorno all’autorevolezza di De Laurentiis e che comprende (nell’organigramma societaria) i vice presidenti, sua moglie Jacqueline e suo figlio Edo, il consigliere delegato Andrea Chiavelli, semplicisticamente definito l’uomo dei conti e in realtà una sorta di Richelieu assai ascoltato e influente, il direttore amministrativo, Laura Belli, l’head of operation e responsabile del marketing, Alessandro Formisano, il direttore dei processi amministrativi, Antonio Saracino e – per l’area tecnica – Cristiano Giuntoli.
E’ un piccolo mondo antico: anzi, moderno.

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