Editoriali calcio Napoli

Cuore Napoli Basket sfrattato dal PalaBarbuto, elogio all’inadeguatezza di un’amministrazione.

La squadra allenata da coach Ponticiello dovrà giocare Gara 1 di finale play-off a Casalnuovo perché l’impianto di Fuorigrotta ospiterá un torneo AMICHEVOLE di Volley, non si poteva agire prima? Bello spot per le Universiadi!

Di: Elio De Falco

Cuore Napoli Basket sfrattato dal PalaBarbuto

Mercoledí 24 maggio, ore 21. Il PalaBarbuto é pieno come non accadeva da quasi 10 anni, la Ge.Vi. Napoli si gioca l’accesso alle finali Play-Off per la promozione in A2 in una gara da dentro/fuori contro la forte compagine di Cassino. E vince, stravince trascinata dalla guardia Andrea Barsanti, dall’ala Stefan Nikolic e dal pivot Njegos Visnjic. Una squadra partita tra lo scetticismo generale e capace di riavvicinare finalmente il pubblico dopo 8 anni di fallimenti successivi.

Una squadra che paga religiosamente l’affitto del…palazzetto – in realtá tensostruttura provvisoria, risalente all’epoca Maione, che giá da qualche anno dovrebbe aver lasciato posto ad un impianto definitivo – e che ha commesso l’errore di arrivare piú avanti di quanto si aspettassero a Palazzo San Giacomo.

Cuore Napoli Basket sfrattato dal PalaBarbuto

L’amministrazione tace

L’Assessore allo Sport, Ciro Borriello, dovrebbe dare piú d’una spiegazione in merito, visto che la squadra, tralaltro vincitrice della Coppa Italia di categoria, aveva da tempo raggiunto l’obiettivo di qualificarsi per la post season, le cui date erano da tempo note e consultabili sul sito della Federazione Italiana Pallacanestro. Ci siamo riusciti noi con qualche click.

Ma soprattutto dovrebbe spiegarci come mai non ci sia, in cittá, un impianto, anche piú piccolo, alternativo dove far giocare i ragazzi che andranno ancora una volta in provincia, dopo Cercola e la stessa Casalnuovo in cui giocherá domenica (ore 21.00), il tutto per un torneo amichevole di pallavolo, uno sport che a Napoli ha “notoriamente un grandissimo seguito” (perdonatemi l’ironia), dove mostreremo all’Argentina ed al Giappone, che partecipano con l’Italia, l’arretratezza terzomondista dell’impianto di Via Giochi del Mediterraneo. Immagino che, oltre al torneo, per spettatori e turisti interessati ci sará anche il tour per le rovine del Mario Argento, quell’impianto da oltre 6000 posti che oggi scimmiotta tristemente un teatro greco non proprio ben conservato.

Basket a Napoli

Finisce quindi che il Napoli Basket, il Cuore Napoli Basket – e di cuore ce n’é voluto tanto da parte del presidente Ruggiero, della dirigenza, dello staff e della squadra – perde la casa che tanto gli é costato riconquistare (addirittura inagibile fino a dicembre e solo parzialmente agibile ora) proprio nel momento in cui piú ne avrebbe bisogno, Gara 1 della finale play-off. Una finale che darebbe l’accesso alle final 4 di Montecatini dove 3 su 4 partecipanti verranno promosse in serie A2. Una finale dove il fattore campo, che Napoli ha conquistato a suon di vittorie dominando il girone C della serie B, sará fondamentale. Il tutto per una passerella dove la cittá di Napoli fará vedere al mondo intero che non dispone di un impianto vero e proprio ma di un ammasso di lamiere che da anni avrebbe dovuto essere diviso in due parti da posizionare in quartieri disagiati per togliere ragazzi dalla strada ed allontanarli da modi di vita tristemente noti. Perché oggi il PalaBarbuto é questo, deteriorato dal tempo, abbandonato per troppo tempo e rappezzato alla men peggio.

Le opere incompiute: Mario Argento

Napoli da 15 anni attende che il Mario Argento sia ricostruito mentre l’Assessore allo Sport si dibatte nell’atavico dubbio sul colore dei sediolini del San Paolo (che nelle curve sarebbero di troppo, visto che impianti a 5 stelle UEFA come il Signal Iduna Park di Dortmund hanno optato per i cari vecchi gradoni per i gruppi organizzati).

Questa Giunta, con pregi e difetti, ha ormai 6 anni ed é ora che comincino a vedersi risultati veri anche nell’ambito di competenza del Sig. Borriello.

Oggi paga la squadra di basket cittadina, una squadra che si é dannata l’anima, sul parquet come dietro le scrivanie, per riportare in cittá uno sport che ha visto indossare la nostra maglia giocatori come Walter Berry, Alex English o Lynn Greer. Ogni giorno paga una cittá che é pressoché priva delle piú basilari infrastrutture sportive.

É forse questa la cittá chiamata ad ospitare le Universiadi del 2019? Stentiamo a crederci.

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