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Prudenza. È questa la parola chiave che orienterà il mercato di gennaio del Napoli, dopo l’analisi dell’Authority sui conti al 30 settembre. Come spiega Fabio Mandarini sul Corriere dello Sport, la valutazione ha evidenziato il superamento della soglia dell’indicatore del costo del lavoro allargato sui ricavi, una situazione che non comporta il blocco delle operazioni ma che impone il principio del saldo zero.
In termini pratici, il meccanismo è chiaro: per ogni eventuale entrata sarà necessaria un’uscita di pari valore, in modo da non alterare l’equilibrio dei conti. Se l’ingaggio di un calciatore dovesse comportare una spesa complessiva di 3 milioni di euro lordi tra stipendio e indennità di prestito, il Napoli dovrà alleggerire il bilancio della stessa cifra attraverso cessioni e risparmi sugli ingaggi. Un mercato, dunque, di perfetta compensazione, come sottolinea ancora il Corriere dello Sport.
Il parametro di riferimento è fissato attualmente allo 0,8, ma dal 31 marzo 2026 scenderà ulteriormente allo 0,7, in linea con i criteri UEFA. Un dato che preannuncia controlli ancora più stringenti in vista della stagione 2026-2027 e che spinge il club a muoversi con largo anticipo e cautela.
Il Napoli, in ogni caso, era pienamente consapevole della situazione e si è fatto trovare preparato. Se il club deciderà di intervenire sul mercato, lo farà soprattutto attraverso prestiti e solo dopo aver definito alcune cessioni, individuate in tre o quattro elementi della rosa. Il direttore sportivo Giovanni Manna, come ricorda Fabio Mandarini, ha già esperienza nella gestione di sessioni di mercato condotte lungo il perimetro ristretto del saldo zero, e rispetto al passato le esigenze attuali risultano meno pressanti.
Le strategie di gennaio sono legate in gran parte all’emergenza a centrocampo. Antonio Conte ha dovuto fare i conti con le assenze in sequenza di De Bruyne, Gilmour e Anguissa, ma il cambio di sistema adottato dopo il forfait del belga ha parzialmente ridotto l’impatto delle defezioni. Il ritorno di De Bruyne, previsto per metà gennaio, potrebbe già alleviare la situazione, mentre per il regista i tempi si allungano fino all’inizio di febbraio. Non a caso, l’ipotesi Kobbie Mainoo del Manchester United era stata congelata, anche alla luce dell’infortunio di Bruno Fernandes, che potrebbe trattenere il giovane inglese a Manchester, come riporta il Corriere dello Sport.
Il Napoli valuta quindi se intervenire ancora a centrocampo o se orientarsi su un profilo più offensivo. Intanto prende forma il mosaico delle uscite: Marianucci, Mazzocchi, Vergara e Ambrosino sono alla ricerca di maggiore continuità e potrebbero essere sacrificati. Attenzione anche alla situazione di Lucca: l’attaccante acquistato in estate dall’Udinese per 35 milioni di euro è stato oggetto di contatti con diversi club italiani, Juventus compresa, ma dopo la cessione di Füllkrug al Milan è finito nel mirino del West Ham. L’ipotesi sul tavolo è quella di un prestito.
Un mercato chirurgico, dunque, fatto di incastri e calcoli millimetrici. Il Napoli riflette, consapevole che ogni mossa dovrà rispettare un equilibrio economico sempre più rigido.