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Lisbona ha certificato lo stato di emergenza del Napoli. La sfida di Champions contro il Benfica ha messo a nudo una squadra stremata, falcidiata dalle assenze e compressa da un calendario che non concede tregua. Come racconta Fabio Mandarini sul Corriere dello Sport, lo stress psicofisico è arrivato a livelli di allarme e l’idea di una pausa resta un miraggio. Il campionato incombe: domani partenza per Udine, domenica alle 15 la sfida alla squadra di Runjaic, poi subito la virata verso l’Arabia Saudita per la semifinale di Supercoppa contro il Milan.
I numeri spiegano tutto. In cinque giorni il Napoli affronterà due partite e tre voli, uno dei quali di quasi cinque ore verso Riyadh. Un’autentica maratona che si inserisce in una sequenza estenuante: dal 22 novembre a oggi sei gare ad altissima intensità contro Atalanta, Roma, Juventus e Benfica, oltre al Qarabag e alla battaglia di Coppa Italia con il Cagliari, chiusa solo dopo venti rigori. Fabio Mandarini, inviato a Lisbona per il Corriere dello Sport, sottolinea come anche nell’unica occasione di vero turnover la squadra sia uscita prosciugata dalla tensione.
Il quadro non migliora guardando avanti. Dopo il Portogallo, il Napoli è atteso da altre quattro, forse cinque partite consecutive lontano dal Maradona: Udine, Supercoppa in Arabia, poi Cremona e Lazio in campionato, prima del rientro a Fuorigrotta fissato solo per il 7 gennaio contro l’Hellas. Una sequenza che, come evidenzia ancora Mandarini sul Corriere dello Sport, rischia di incidere profondamente sulle energie residue del gruppo.
Il nodo principale resta quello degli uomini contati. Le assenze non sono un alibi, ma un dato oggettivo. Dalla ripresa post sosta, Conte non ha mai avuto a disposizione Anguissa, De Bruyne, Gilmour, Lukaku e Meret. A questi si sono aggiunti gli stop di Gutierrez e Lobotka. Sette indisponibili che hanno scavato voragini, soprattutto per il peso specifico di giocatori come De Bruyne, Anguissa e Lobotka. A Lisbona, inoltre, mancavano anche Marianucci e Mazzocchi, fuori lista Champions: in panchina c’erano solo due portieri e una manciata di giocatori di movimento, con Vergara unico centrocampista disponibile. Una fotografia impietosa, raccontata nel dettaglio da Fabio Mandarini del Corriere dello Sport.
La prestazione al Da Luz è stata inferiore rispetto alle precedenti uscite europee, soprattutto per attenzione e intensità, ma il contesto non può essere ignorato. La gara con la Juventus, giocata a ritmi altissimi appena tre giorni prima, ha richiesto uno sforzo enorme. McTominay ne è il simbolo: dominante contro i bianconeri, in riserva contro il Benfica. Eppure non si è tirato indietro, giocando 97 minuti pur non essendo al meglio.
Il dato finale è allarmante: dal 22 novembre Milinkovic e Beukema hanno giocato sempre, Di Lorenzo, Rrahmani, Buongiorno, Olivera, McTominay, Neres, Lang e Hojlund hanno saltato una sola gara. Elmas si è adattato in regia, ma non è il suo ruolo naturale. La coperta è cortissima e tutti stanno andando oltre i propri limiti. A Udine Conte dovrebbe recuperare solo Gutierrez su sette infortunati. Il tempo stringe, l’emergenza resta. E il Napoli continua a correre senza fiato.