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Aurelio De Laurentiis - fonte LaPresse -Napolipiu
Dal 2004 a oggi, il Napoli non ha mai smesso di crescere. Un percorso lungo, costante, che negli ultimi anni si è trasformato in un vero e proprio dominio sportivo, certificato da due scudetti in due anni solari e dalla terza Supercoppa della storia azzurra. A ricostruirlo è Fabio Mandarini sulle colonne del Corriere dello Sport, sottolineando come il club di Aurelio De Laurentiis sia tornato a vincere con una continuità che mancava dai tempi di Maradona.
Un ritorno al vertice che assume ancora più valore se rapportato al passato recente: il declino successivo all’addio di Diego, la fine dell’era Ferlaino e il fallimento della gestione Naldi avevano allargato in modo quasi irreversibile il divario con Juventus e milanesi. Un gap che, come ricordato da Conte a Cremona e ripreso da Fabio Mandarini sul Corriere dello Sport, sembrava incolmabile. Poi è arrivato De Laurentiis e, passo dopo passo, lo scenario è cambiato.
Il Napoli oggi siede stabilmente al tavolo delle grandi d’Europa. Le differenze con Inter, Milan e Juventus si sono assottigliate, in alcuni casi persino annullate, soprattutto sul piano sportivo. Restano però distanze strutturali evidenti. Conte ha citato con chiarezza i nodi ancora aperti: monte ingaggi, seconde squadre, valori patrimoniali e soprattutto infrastrutture. Temi centrali nell’analisi di Fabio Mandarini sul Corriere dello Sport, che evidenzia come la sostenibilità economica del club, garantita da De Laurentiis e dall’ad Chiavelli, non abbia mai frenato l’ambizione.
Se sul mercato e sugli stipendi il Napoli ha iniziato a fare eccezioni rispetto al passato, mantenendo comunque una gestione virtuosa, il vero terreno su cui colmare il divario resta quello delle strutture. Juventus dispone di uno stadio di proprietà, Milan e Inter sono pronti ad averlo, tutti hanno centri sportivi all’avanguardia. Il Napoli no, e questo incide inevitabilmente sui ricavi.
Alla celebrazione dei vent’anni dalla rinascita, nel settembre 2024, De Laurentiis ha presentato il piano per il secondo ventennio. Dopo aver portato a Napoli campioni come Higuain, Cavani, Hamsik, Mertens, Kvaratskhelia e Osimhen, e allenatori del calibro di Ancelotti, Benitez, Sarri, Spalletti e Conte, ora il focus è su stadio e centro sportivo. Il tema dei lavori al Maradona e l’ipotesi di un nuovo impianto restano centrali, come racconta ancora Fabio Mandarini del Corriere dello Sport.
Parallelamente procede il progetto del nuovo centro sportivo a Succivo, vicino all’attuale Training Center di Castel Volturno. Una struttura pensata sul modello dei grandi club europei, con uffici, alloggi, campi, laboratori, foresterie e spazi dedicati al settore giovanile. A settembre il presidente ha annunciato la posa virtuale della prima pietra, segnale di accordi già definiti.
Il fallimento del 2004 ha ampliato le distanze, ma ha anche consentito di ripulire il club e ricostruirlo su basi solide. Oggi il Napoli è una società strutturata, rafforzata da figure chiave nell’area sportiva e commerciale. L’obiettivo, conclude Fabio Mandarini sul Corriere dello Sport, è chiaro: fare in modo che gli scudetti non restino exploit isolati o cicli brevi, ma diventino la normalità di un club ormai entrato stabilmente nell’élite.