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Il Napoli di Antonio Conte è una squadra di immortali sportivi. Lo scrive Fabio Mandarini sul Corriere dello Sport, descrivendo un gruppo capace di collezionare «almeno cinque vite» nei 442 giorni e 52 partite di gestione del tecnico. L’ultima resurrezione, la più inattesa, è andata in scena al Maradona contro l’Inter: una vittoria che non può essere considerata come le altre, perché arrivata appena quattro giorni dopo il disastro di Eindhoven.
Come sottolinea Mandarini sul Corriere dello Sport, il 6-2 subito dal Psv poteva segnare la fine della “bella e breve saga” del Napoli di Conte. E invece no: il tecnico ha risposto con coraggio, rivoluzionando la squadra. Due difensori centrali mancini, nessun centravanti puro e la scelta di Neres falso nove per togliere riferimenti ai giganti della difesa dell’Inter. Una mossa decisiva, accompagnata dal ritorno dei tre “Fab” del centrocampo: Anguissa, McTominay e De Bruyne.
La lista degli infortuni resta infinita — da Lukaku a Lobotka, da Rrahmani a Meret, fino a De Bruyne — ma, come evidenzia Mandarini nel Corriere dello Sport, «Conte non conosce la resa». Cercava lui e cercavano i tifosi una risposta dopo il tracollo europeo, e il gruppo l’ha trovata: il Napoli esiste ancora, ed è più vivo che mai.
Per Fabio Mandarini il successo contro l’Inter rappresenta «la quinta vita» di questa squadra, capace di rialzarsi ogni volta dopo una caduta. Come nella scorsa stagione, quando dopo il ko con la Lazio infilò dieci risultati utili consecutivi. Sabato è tornato un Napoli feroce, spietato e orgoglioso, in grado di riportarsi in vetta insieme alla Roma e di restituire alla città un’identità perduta.
Ora il prossimo banco di prova si chiama Lecce. Conte tornerà nella città in cui tutto è cominciato, per la sua panchina numero 250 in Serie A. Una sfida dal sapore speciale, in cui — come scrive Mandarini sul Corriere dello Sport — «Conte dovrà trasformare l’emozione in energia». Il Napoli è vivo, e lo ha dimostrato ancora una volta.