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La capitale diventa il centro del campionato. È il messaggio ribadito da Fabio Mandarini e Giorgio Marota sul Corriere dello Sport, che descrivono Roma-Napoli come molto più di uno scontro diretto per il primo posto: una resa dei conti tra ambizioni, identità e potere calcistico. Gasperini e Conte hanno già ridisegnato le gerarchie: Roma inseguono Milano e Torino, in un duello che cambia forma giornata dopo giornata.
Come evidenziano Fabio Mandarini e Giorgio Marota del Corriere dello Sport, la Roma arriva alla sfida con il peso dei grandi match persi contro Inter e Milan, mentre il Napoli, che contro le milanesi ha ottenuto una vittoria e una sconfitta, sente la pressione di una classifica strettissima. Il successo del Milan dell’ultima notte aggiunge tensione: Gasp, finora in vetta, può tornarci o ritrovarsi inseguito da Conte e Allegri; un pari lo porterebbe al condominio con il tecnico bianconero. Il Napoli ha un’unica via: vincere e agganciare il Diavolo. Una giornata dal potenziale esplosivo.
La gara, sottolineano ancora Fabio Mandarini e Giorgio Marota sul Corriere dello Sport, è storica: mai prima, in Serie A, Roma e Napoli si erano affrontate entrambe con almeno 25 punti prima della 15ª giornata. E lo scenario è da grande evento: 64.000 spettatori, ennesimo sold out all’Olimpico, con la Questura in allerta per la possibile presenza di migliaia di tifosi partenopei oltre ai 1.500 del settore ospiti.
La storia recente aggiunge fascino: la Roma vola — nove vittorie come il Milan, miglior difesa del campionato — mentre il Napoli ha lasciato alle spalle la crisi bolognese, battendo Atalanta e Qarabag nel giro di quattro giorni. I giallorossi arrivano da quattro vittorie di fila (sei nelle ultime sette), e la squadra di Gasperini non pareggia da inizio stagione. Conte ha fatto registrare solo due pari: è spettacolo annunciato, come rimarcano Fabio Mandarini e Giorgio Marota per il Corriere dello Sport, nel segno di Claudio Ranieri, il filo comune tra i due allenatori.
La sfida, però, sarà soprattutto tattica. Roma e Napoli sono tra le squadre che registrano più interruzioni alte delle sequenze avversarie: 144 per la Roma, 142 per il Napoli (come il Lecce). Significa una sola cosa: pressing feroce, organizzato, continuo. Gasperini continuerà con il suo uomo contro uomo universale; Conte alternerà pressione individuale e fase difensiva con riferimenti precisi. Due squadre simili nell’anima, ma opposte in un dato curioso: la Roma è quella che corre meno in Serie A (112 km di media), il Napoli quella che corre più di tutte (120). Due modi diversi di dominare.
Nel cuore della partita, i duelli fisico-tecnici Koné–Cristante e Lobotka–McTominay; attorno, la fantasia pura: Dybala, Soulé, Pellegrini da una parte; Neres e Lang alle spalle di Hojlund dall’altra. Giocate, dribbling, assist, invenzioni. E un’ulteriore particolarità: Gasperini confermerà il falso nove, mentre Rasmus sarà l’unico vero centravanti del match.
Entrambe le squadre hanno scelto il silenzio: né Gasperini né Conte hanno parlato alla vigilia. E come ricordano ancora una volta Fabio Mandarini e Giorgio Marota sul Corriere dello Sport, sarà il campo, davanti a un Olimpico pieno, a scrivere la sentenza.