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Apertura

Corriere dello Sport: “Il Napoli di Conte”

La sfida di questa sera può confermare o smentire tutto ciò che è emerso dopo Bologna. Fabio Mandarini del Corriere dello Sport analizza un passaggio già decisivo della stagione.

La lunga attesa dopo Bologna

Secondo Fabio Mandarini del Corriere dello Sport, la partita contro l’Atalanta, alle 20.45 al Maradona, rappresenta per il Napoli il momento in cui capire se le scosse generate dal post-Bologna hanno prodotto effetti reali oppure solo rumore. Sono passati tredici giorni, una pausa che dovrebbe essere ordinaria ma che questa volta – come sottolinea ancora Fabio Mandarini sul Corriere dello Sport – è sembrata interminabile: pesata dalle parole di Conte, dagli interrogativi nati dopo il Dall’Ara e dal lungo permesso concordato tra allenatore e società.
Sono serviti perfino i tweet di De Laurentiis per spegnere voci su possibili dimissioni e, giovedì scorso, un confronto tecnico-squadra per ripulire ogni scoria rimasta in sospeso.

Serve una risposta da squadra vera

Il Napoli, ricorda Fabio Mandarini sul Corriere dello Sport, arriva alla gara con l’urgenza di dimostrare identità, compattezza e continuità. Poi martedì il Qarabag in Champions: quattro giorni per scoprire se la parentesi di problemi tecnici e caratteriali nata a Eindhoven si possa definire chiusa o se il discorso di Conte al Dall’Ara sia stato solo l’inizio di una crisi più profonda.

Il paradosso della classifica

Eppure, la fotografia del campionato è sorprendente. Come rimarca Fabio Mandarini del Corriere dello Sport, la squadra è seconda insieme al Milan, a due lunghezze da Inter e Roma. Battendo l’Atalanta potrebbe tornare in vetta almeno per una notte. Nonostante l’ultima sconfitta, il punto raccolto nelle ultime due partite e il solo gol segnato nelle ultime quattro tra Serie A e Champions, l’equilibrio resta intatto.
Il vero nodo? Ritrovare il Napoli di Conte: acciaio, intensità, un’unità ferrea. Gli infortuni pesano – l’assenza di Anguissa apre una voragine – e allora si va verso un ritorno al 3-4-2-1, con Politano a riposo, Beukema e Lang rilanciati, e un gruppo da ricompattare.

Una trappola chiamata Atalanta

Il ciclo che inizia oggi è durissimo: otto partite in ventisei giorni tra Serie A, Champions, Coppa Italia e Supercoppa. Incroci pericolosi a ripetizione: Roma, Juventus, Benfica, Milan. Ma tutto parte dall’Atalanta, definita trappola per natura e per contesto.
Juric non c’è più, e Palladino – napoletano e alla prima sulla panchina bergamasca – porta inevitabilmente aria nuova e motivazioni forti. L’avversario esce da una crisi ambientale e vuole lasciarsi alle spalle quella di risultati. È una trappola, sì. Oppure, conclude Fabio Mandarini sul Corriere dello Sport, sarà la macchina della verità.

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redazione