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Aperturedestra

Corriere dello Sport: “Il club più potente d’Italia”

NAPOLI – Aurelio De Laurentiis ha cambiato la storia del Napoli. Ma anche quella del calcio italiano. Con due scudetti conquistati in tre anni, senza Maradona, ma con una visione manageriale lucida, pragmatica e senza fronzoli, il presidente azzurro ha costruito un impero partendo dalle macerie della Serie C. E lo ha fatto da solo, senza padrini, senza compromessi, senza alleanze con il potere politico o federale. Una scalata silenziosa, tenace, costruita con metodo e con una sola regola: quella del bilancio.
Un outsider con lo sguardo lungo

Nel suo ritratto per il Corriere dello Sport, Massimiliano Gallo racconta un De Laurentiis “rissoso, irascibile, visionario, vincente”, che ha fatto «irruzione nel calcio italiano» mettendosi al centro della scena con lo stesso carisma con cui un personaggio di De Crescenzo avrebbe rivendicato la propria esistenza: «Io so io…». Eppure, scrive Gallo, “accade quasi sempre a chi ha lo sguardo più lungo”: De Laurentiis ha visto prima degli altri la direzione giusta, rompendo da subito con le vecchie logiche e imponendo le sue regole: niente premi scudetto, zero privilegi agli ultras, tagli persino alle bibite negli alberghi. Principio, non risparmio.
Il potere del bilancio

Dal 2004, quando rilevò il Napoli in Serie C, De Laurentiis ha applicato l’abc dell’impresa. Ha imposto rigore e programmazione in un sistema ancora inchiodato ai vecchi riti della “prima Repubblica” del pallone. Il suo mantra? Il bilancio. E con quel bilancio ha potuto ingaggiare, senza concorrenza, Antonio Conte, pagandolo 6,5 milioni netti (forse 9). Mentre Milan e Juventus esitavano, lui metteva sul tavolo cash e coraggio: 150 milioni investiti sul mercato estivo, senza vendere Osimhen (ceduto solo in prestito), e solo successivamente Kvaratskhelia. «Nessun club in Italia oggi ha la forza economica, la liquidità del Napoli di De Laurentiis», sottolinea Gallo.
Il club più potente d’Italia

Il Napoli è oggi “con ogni probabilità il club più potente d’Italia”, non per lobby o relazioni, ma per disponibilità economica, puntualità nei conti, solidità. Il suo è un potere “all’americana”, lontano dai vecchi meccanismi familistici o corporativi. In un panorama in cui sono scomparsi i Berlusconi, Moratti, Sensi, Della Valle, De Laurentiis è ancora in piedi. Anzi, è in cima. E ha vinto – non solo scudetti – ma anche la sfida manageriale del calcio moderno.
Il prossimo decennio?

De Laurentiis ha vinto tanto senza avere uno stadio di proprietà, senza un centro sportivo all’avanguardia o un settore giovanile competitivo. Queste, forse, saranno le priorità del prossimo decennio. Ma intanto, la rivoluzione è già compiuta. Oggi anche i tifosi napoletani, spesso scettici, “hanno cambiato idea”. Perché ADL ha portato il Napoli a essere un esempio per tutti. E non ha ancora finito.

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redazione